Internet non vuole che voti. I nuovi media e il futuro della democrazia

24 gennaio 2017
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«Se le nuove forme della comunicazione siano la causa o l’effetto di processi quali la personalizzazione delle leadership, la verticalizzazione delle organizzazioni politiche, la presidenzializzazione dei partiti, la delegittimazione sociale dei vecchi “corpi intermedi” – la cosiddetta “disintermediazione” – è ovviamente tema aperto».

Di recente pubblicazione presso le edizioni digitali della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Mass media e sfera pubblica è un’opera frutto dello sforzo collettivo di Michele Sorice, Luciano Fasano e Massimiliano Panarari. Il libro affronta il tema della trasformazione del sistema democratico a fronte dei cambiamenti e delle innovazioni più recenti nel campo della comunicazione.

Questi cambiamenti, riflettono gli autori, appaiono tali da comportare una ridefinizione della rappresentanza e della partecipazione, agitando pertanto nuove questioni nell’ordinamento democratico come lo conosciamo. Il libro si presenta come una riflessione aperta, un dialogo tra gli autori i quali, più che cercare soluzioni definitive, esaminano e problematizzano alcuni sviluppi chiave della nostra società.

Non v’è dubbio che la comunicazione sia una componente fondamentale della società, al punto da poter creare nuove realtà, tanto forti da influenzare ambiti diversi, non ultimo quello pubblico e della rappresentanza politica. L’irruzione del web e dei nuovi media e l’impatto dei social network hanno stravolto dinamiche apparentemente consolidate; a ciò non può che far seguito un cambiamento nello studio di tali questioni, un’apertura a nuove tematiche e un’esplorazione di territori ancora inesplorati. Gli autori ci conducono dunque lungo questo viaggio, diretto verso un futuro in cui la sopravvivenza stessa della democrazia non può essere data per scontata.

“Mass media e sfera pubblica. Verso la fine della rappresentanza?”

L'autore

Michele Sorice è ordinario di Sociologia della comunicazione al Dipartimento di Scienze Politiche della Luiss, dove dirige il Centre for Conflict and Participation Studies (CCPS).


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