Crisi e democrazia. Le ripercussioni dell’economia sulla vita politica europea
14 marzo 2017
Il 25 marzo 2017 si sono celebrati a Roma i sessanta anni del trattato che ha sancito la nascita della Comunità Economica Europea, diventata nel tempo l’Unione Europea come la conosciamo oggi. In questa occasione, il Presidente della Commissione Jean-Claude Juncker ha presentato ai capi di Stato e di governo dei paesi membri il white paper sul futuro dell’UE, in cui sono evidenziate le criticità dell’Unione e sono suggeriti cinque possibili scenari per risolverle.
Il documento presentato da Juncker riflette il momento di grande difficoltà che l’Unione sta attraversando, in un anno in cui si terranno delicate elezioni in Francia, Germania e Paesi Bassi. La crisi economica ha avuto forti conseguenze politiche negli Stati membri, alienando simpatie e consensi e favorendo la crescita di partiti e movimenti sovranisti, avversi alla moneta unica e al progetto europeo.
Nell’articolo What is the impact of the economic crisis on democracy? Evidence from Europe, Leonardo Morlino e Mario Quaranta evidenziano l’assenza di un’analisi sistematica di come la crisi abbia modificato le democrazie europee, in grado di identificare quali aspetti siano stati maggiormente colpiti. Per colmare questa lacuna, Morlino e Quaranta valutano come l’indice della “qualità della democrazia” in Europa sia variato nel corso della crisi.
L’indagine dimostra che una recessione economica, con la riduzione di risorse pubbliche e private, innesca tre principali reazioni: il deterioramento del rule of law (1), un’attenzione maggiore da parte dei cittadini ai risultati conseguiti dai governi (2), un distacco dai canali rappresentativi istituzionali, con conseguente crescita di forme di protesta alternative (3).
La crisi economica ha alterato alcuni aspetti della nostra società; tuttavia, mentre, almeno nel breve periodo, questo può condurre a un generale peggioramento del processo democratico, dalla crisi può prendere avvio un movimento di rinascita, se le problematiche da essa innescate sono sfruttate come occasioni per un rilancio politico e per riforme istituzionali. I cambiamenti avviati dalla crisi, poi, hanno una portata che oltrepassa i confini nazionali; non è un caso, del resto, se gli scenari delineati da Juncker riguardano il livello (o l’assenza) di integrazione europea.
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