Quant’è bella giovinezza? Il mercato del lavoro in Italia e il conflitto intergenerazionale
19 aprile 2017
Nel romanzo del 1969 Diario della guerra al maiale, lo scrittore argentino Adolfo Bioy Casares descrive un’immaginaria guerra civile, scoppiata all’improvviso a Buenos Aires, in cui i giovani affrontano chiunque abbia più di cinquant’anni di età, ritenendo che “i vecchi” siano inutili. Il conflitto intergenerazionale è, del resto, un topos della letteratura di ogni tempo – basti pensare alle tragedie greche e al mito di Edipo. In Totem e tabu, pubblicato nel 1913, Freud individua nell’uccisione del padre e nel conseguente senso di colpa i principi che danno origine alle religioni.
Al di là delle sue rappresentazioni in ambito artistico e delle interpretazioni psicanalitiche, il tema del rapporto e dell’equilibrio necessario tra popolazione giovane e anziana all’interno della società è estremamente attuale. Se è vero che la realizzazione dei giovani passa anche attraverso l’avvicendamento dei ruoli, l’inserimento nel mondo del lavoro e la tutela e promozione delle opportunità, spesso queste componenti sembrano mancare in Italia.
Uno studio recente di Michel Martone, dal titolo Il diritto del lavoro alla prova del ricambio generazionale, apparso nell’ultimo numero della rivista «Argomenti di diritto del lavoro», analizza un dato preoccupante sull’andamento della disoccupazione giovanile in Italia, che dall’inizio della crisi economica nel 2008 al 2016 è passata dal 24,4% al 40,1% per la fascia di età compresa tra i 15 e i 24 anni e dall’8,9% al 17,43% con riferimento alla fascia immediatamente successiva, tra i 25 e i 34 anni. Al contempo, si registra una crescita dell’età media degli occupati che non è stata rallentata dal Jobs Act.
Per spiegare questa tendenza, il primo fattore da prendere in considerazione è ovviamente l’invecchiamento della popolazione, cui vanno aggiunti la fine dei prepensionamenti e l’aumento dell’età pensionabile, che hanno ridotto il turn over tra giovani e anziani. In questo contesto, l’ordinamento del lavoro non solo non è riuscito a promuovere un seppur minimo ricambio generazionale, ma anzi ha favorito, sotto diversi aspetti, una deriva gerontocratica che la crisi ha acuito.
Nel romanzo di Bioy Casares, proprio durante la terribile guerra nasceva l’amore tra il “vecchio” Vidal e la “giovane” Nélida. Per contro, nella situazione occupazionale italiana, il conflitto pare ancora lontano da una soluzione: solo alcuni istituti, di matrice prevalentemente sindacale, mirano a favorire il ricambio generazionale, ma sono onerosi e pertanto poco praticati. Il saggio di Martone rivela infatti come il principale problema del mercato del lavoro italiano sia la scarsità di opportunità per tutti, giovani e non.
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