L’innocenza dell’euro. Un altro estratto dal libro di Martin Sandbu
31 agosto 2017
Pubblichiamo un estratto dal libro La moneta rinnegata di Martin Sandbu, pubblicato da LUISS University Press.
Le quattro argomentazioni principali che vengono citate per dimostrare che l’euro ha reso più probabile una crisi non reggono a un’indagine approfondita. Primo, la compressione dei costi di finanziamento esterno avrebbe potuto far divergere i cicli economici – ma non se ne può dare la colpa all’euro perché lo stesso fenomeno si è verificato dappertutto, e in ogni caso i governi dell’eurozona hanno conservato (ma trascurato) la capacità di influenzare l’accesso nazionale al credito. Secondo, prezzi e salari si sono sviluppati effettivamente in modo molto diverso al centro e alla periferia, e i tassi di cambio nominali non hanno potuto compensare queste divergenze. Ma ciò non è avvenuto in realtà nei prodotti nei servizi vendibili, per cui l’euro non può essere accusato di avere azzerato la competitività delle esportazioni. Terzo, enormi flussi di capitale in euro hanno permesso alle partite correnti di sviluppare asimmetrie pericolosamente ingenti e di finanziare una corsa insostenibile alle importazioni. Ma anche questo è avvenuto al di fuori dell’euro non meno che al suo interno. In ogni caso, il vero problema non è il finanziamento esterno di per sé quanto piuttosto la forma che assume e gli utilizzi che se ne fanno, due aspetti che governi nazionali erano in condizione di influenzare. E quarto, mentre le economie periferiche dell’eurozona si indebitavano in una moneta che il loro governo non poteva stampare a suo piacimento, tanti paesi non appartenenti all’eurozona facevano esattamente la stessa cosa attraverso i loro sistemi bancari. Probabilmente, le economie periferiche che avevano alle spalle la storia monetaria più travagliata avrebbero fatto la stessa cosa al di fuori della moneta unica. Inoltre, la capacità di questi paesi di stampare moneta per ripagare il debito avrebbe potuto diventare un fattore destabilizzante in una crisi della bilancia dei pagamenti; ecco perché avevano scelto di rinunciarvi.
Tutte queste argomentazioni riguardano la genesi della crisi. L’euro, tuttavia, ha alterato innegabilmente la forma assunta dalla crisi e il modo in cui si è dispiegata. Perciò la domanda più importante a cui dobbiamo dare una risposta è la seguente: l’euro ha peggiorato la crisi perché ha reso più difficile gestirla per i policymaker? La risposta è no: la performance deplorevole dell’eurozona di fronte alla crisi ha ben poco a che fare con le caratteristiche intrinseche della moneta unica e dipende interamente da una serie di errori evitabilissimi dei suoi leader.
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