Anything goes: la politica post-moderna e le nuove strategie di competizione di partiti e leader
23 ottobre 2017
L’avevamo già anticipato in un precedente articolo su LUISS Open: e le elezioni di questo lungo e importantissimo 2017 elettorale (hanno votato Olanda, Francia, Regno Unito, Germania e Austria, con l’Italia che seguirà nella prossima primavera) lo hanno confermato in pieno. “Liberi tutti”, “Anything goes”: i partiti e i leader di oggi, nelle loro strategie elettorali, viaggiano a tutto campo, senza uno schema ideologico predefinito, combinando la scelta selettiva di issue specifiche ad alto impatto elettorale.
In particolare, una distinzione appare rilevante: alcuni partiti ricorrono maggiormente a temi che evidenzino la loro credibilità come problem solver post-ideologici, soprattutto sui temi economici; altri invece puntano sempre di più sui conflitti prodotti dalle grandi trasformazioni della nostra epoca, prendendo posizioni nette e controverse, in genere sfruttando quelle di maggiore popolarità. In particolare le varie elezioni del 2017 hanno mostrato interessanti differenze in come i grandi partiti moderati hanno raccolto la sfida dell’immigrazione da parte dei partiti di destra più radicale: l’impressione netta è che, in casi come i Paesi Bassi e l’Austria, una svolta a destra sull’immigrazione da parte dei partiti moderati abbia permesso di contenere l’affermazione della destra radicale, mentre in Germania il mantenimento – da parte della CDU – di posizioni moderate ha coinciso con una forte affermazione della destra radicale.
Si tratta di un esempio chiaro delle sfide strategiche con cui si confrontano partiti e leader in questo contesto competitivo che potremmo definire “post-moderno”, in cui i tradizionali allineamenti ideologici vengono messi in crisi dalla capacità di nuovi attori partitici di presentare pacchetti di temi inattesi (esempio classico è la crescente tendenza di challenger parties come Le Pen a combinare posizioni “di destra” sull’immigrazione con posizioni “di sinistra” sull’economia).
È proprio per studiare questo nuovo contesto competitivo che, all’inizio del 2017, il CISE ha lanciato un ambizioso programma di ricerca internazionale sulle strategie di competizione di partiti e leader. Chiamando a collaborare cinque gruppi di ricerca da altri paesi europei, abbiamo predisposto, nei cinque paesi al voto (in attesa dell’Italia), una serie di sondaggi per indagare le opinioni dei cittadini su un gran numero di temi d’attualità, identificando quindi i temi con il massimo potenziale elettorale per ciascun partito e leader. Al tempo stesso, con un progetto di tipo big data, abbiamo effettuato un monitoraggio puntuale della comunicazione di partiti e leader su Twitter, per vedere se e quanto i vari leader sfruttano davvero, e in maniera efficace, i temi con il massimo rendimento elettorale.
I primi risultati di questa indagine comparata su cinque paesi verranno discussi nel workshop internazionale “Anything Goes? Issue Competition in Europe and the US”. Organizzato dal CISE, il workshop si svolgerà venerdì 27 ottobre presso la LUISS School of Government, e combinerà la presenza dei vari studiosi europei coinvolti nel progetto, con quella di alcuni prestigiosi studiosi americani che forniranno un punto di vista analogo sugli Stati Uniti. In particolare, interverranno studiosi da: Sciences Po Paris, WZB Berlin, University of Amsterdam, University of Vienna, Consortium for European Research with Election Studies, New York University e Stanford University.
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