#OpenElezioni La straordinaria ascesa del Movimento 5 Stelle, la consacrazione nazionale della Lega e la storica sconfitta della sinistra. L’analisi del CISE

5 marzo 2018
Editoriale Open Society off
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I dati sono ormai quelli ufficiali, ma le dinamiche tra le principali forze in campo sono tutt’altro che definite. Quel che è certo arrivati a questo punto è che il voto del 4 marzo rappresenta uno spartiacque, con la massima affermazione di partiti anti-establishment nel panorama dell’Europa occidentale dal dopoguerra. Questo risultato è unico per almeno tre motivi.

 

L’avanzata del M5S: un unicum tra i nuovi partiti nella storia europea

Il boom del M5S che ha ottenuto il 32,3% dei voti divenendo la prima forza politica del paese e accrescendo di quasi 7 punti il risultato del 2013 è un unicum nella storia elettorale europea. Nella tabella 1 abbiamo riportato le performance dei nuovi partiti che al loro esordio elettorale hanno ottenuto i migliori risultati di sempre nella storia dell’Europa occidentale (su un totale di quasi 400 elezioni politiche tenutesi in 20 paesi dal 1945 a oggi). La tabella mostra chiaramente che il M5S, oltre ad essere stato, nel 2013, il partito con il miglior debutto elettorale di sempre, è anche l’unico che è riuscito, alla seconda prova elettorale, ad accrescere il proprio bottino di voti. Infatti, tutti gli altri nuovi partiti hanno subito un arretramento alla prova della riconferma. In alcuni casi si è trattato di un vero e proprio crollo, come nel caso del Partito Renovator Democratico in Portogallo (-13,5 punti) e della lista Pim Fortuyn in Olanda (-11,3 punti). In altri casi si è trattato di un lieve arretramento, come nel caso di Forza Italia (-0,4 punti).

Il M5S, invece, non solo non è arretrato, ma registra una significativa avanzata (+6,7 punti) pur partendo dal livello più alto di tutti (il 25,6% del 2013).
Figura 1 – La seconda elezione dei partiti con il miglior debutto elettorale in elezioni non fondative del regime democratico (20 paesi dell’Europa occidentale, 1945-2018)

 

tab 1 M5s

 

La Lega di Salvini e la consacrazione a livello nazionale

Il partito di Salvini è il chiaro vincitore di queste elezioni politiche con il 17,6% dei voti validi diventando il terzo partito italiano a un’incollatura dal Pd e vincendo la competizione interna al centrodestra nei confronti di Forza Italia. Non solo, è anche il partito che è cresciuto di più rispetto alle elezioni del 2013, incrementando di oltre 13 punti. Una sola volta dal 1992, nel 1996, la Lega Nord era riuscita a superare il 10% a livello nazionale (10,1%).


Figura 2 – Risultati elettorali della Lega (Nord) alla Camera

tab 2 Salvini

 

 

La grande sconfitta della sinistra italiana, la seconda più debole d’Europa

Tra i tanti risultati sconvolgenti di questa elezione c’è senza dubbio anche quello della sinistra italiana che mai prima d’ora aveva ottenuto una quota di voti così limitata. Nella Figura 1 sono riportati le percentuali di voto, nelle elezioni dal 1948 a oggi (Camera dei Deputati), della sinistra, intesa sia in termini tradizionali (partiti socialisti, comunisti e loro epigoni), sia in termini di blocco politico (comprendente tutti gli alleati che nella Seconda Repubblica hanno formato le coalizioni elettorali del centrosinistra). Emerge chiaramente che quello del 2018 è di gran lunga il peggior risultato del blocco di centrosinistra che ottiene appena il 26,1% dei voti peggiorando di quasi 5 punti il già magro bottino del 2013, quando si fermò al 30,9% (che già era il record negativo dal 1994). Per quanto riguarda invece il sottoinsieme dei partiti eredi della tradizione social-comunista (Pd, Liberi e Uguali e Potere al Popolo nel 2018), questi si fermano al 23,5%, scendendo ulteriormente rispetto al 2013 e pareggiando il peggior risultato della storia, quello del 2001.

Si tratta di percentuali di voto molto distanti da quelle registrate ad esempio negli anni ’70, quando la sinistra si fermava appena al di sotto della maggioranza assoluta dei voti (48,9% nel 1976).

 

Figura 3 – Andamento della sinistra in Italia (1948-2018)

 

Nota: Solo partiti con almeno l’1% dei voti (Camera dei Deputati) sono stati considerati

Nota: Solo partiti con almeno l’1% dei voti (Camera dei Deputati) sono stati considerati

 

 

Non solo il risultato della sinistra è eclatante in prospettiva diacronica, ma allargando lo sguardo ai paesi dell’Europa occidentale, esso appare ancor più negativo. Come si vede nella Figura 2, che misura la forza della sinistra nelle ultime elezioni politiche in ciascun paese, la sinistra italiana è oggi la seconda più debole dell’Europa occidentale, dopo la Francia dove alle legislative del giugno 2017 il Partito socialista è crollato. Curiosamente, i paesi dove oggi la sinistra è più forte sono quelli del Sud Europa, cioè Grecia, Malta, Portogallo e Spagna. L’Italia, che pure fa parte di quest’area geopolitica, mostra dati in totale controtendenza.

 

Figura 4 – La sinistra in Europa occidentale, ultime elezioni politiche in 20 paesi

 

Nota: Sinistra tradizionale: partiti comunisti, socialisti e socialdemocratici. Centrosinistra: include anche partiti della nuova sinistra (es. Verdi). Solo partiti con almeno l’1% dei voti (Camera Bassa) sono stati inclusi. Fonte: www.parlgov.org.

Nota: Sinistra tradizionale: partiti comunisti, socialisti e socialdemocratici. Centrosinistra: include anche partiti della nuova sinistra (es. Verdi). Solo partiti con almeno l’1% dei voti (Camera Bassa) sono stati inclusi. Fonte: www.parlgov.org.

 

L’analisi della notte elettorale è pubblicata anche sul sito del CISE LUISS (Centro Italiano Studi Elettorali)

L'autore

Il CISE (Centro Italiano Studi Elettorali), diretto da Roberto D’Alimonte, è un centro di ricerca interuniversitario costituito tra la Luiss e l’Università di Firenze. La sua attività è costituita dallo studio delle elezioni e delle istituzioni ad esse collegate.


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