“Ci vogliono visione e coraggio per credere nel miglioramento” – Il discorso di Sergio Marchionne alla LUISS
25 luglio 2018
“Una cosa che mi hanno chiesto di fare oggi è parlarvi delle capacità e delle qualità personali che una multinazionale come la nostra si aspetta da chi entra a far parte della nostra organizzazione – da un leader del 21° secolo.
Inizierò a farlo condividendo con voi la mia esperienza di quando avevo più o meno la vostra età. Quando io ho iniziato a lavorare, credevo di dover imitare il mio capo: uno duro, senza cuore, tutto concentrato su un’esecuzione perfetta e veloce. Pensavo che fosse quello il modo per diventare un leader, e quindi mi comportai anch’io così per un certo tempo. Poi, un giorno, entrai nell’ufficio del capo delle risorse umane e gli dissi che avrei voluto fare il direttore finanziario. Lui mi guardò e mi rispose: “Non succederà mai e poi mai”.
E mi spiegò perché no. In pratica, mi disse che mi mancavano le qualità umane per rapportarmi con le persone. Uscii da quell’ufficio praticamente devastato. Fino ad allora, avevo emulato il direttore finanziario e, in tutta onestà, pensavo di aver fatto anche un buon lavoro. Quella conversazione mi ha portato a una ricerca introspettiva. Iniziai a farmi molte domande, a chiedermi chi volevo diventare e quale fosse la mia vera anima. Mi resi conto che mi ero comportato contro la mia stessa natura e sentii il bisogno di cambiare. Iniziai a capire che un approccio basato sul comando e sul controllo funziona nel breve periodo, perché la gente fa quello che dici solo per timore. Ma è un limite enorme su quanto a lungo ti seguiranno e quanto bene faranno il loro lavoro.
Ora non cerco di emulare più nessuno.
Il mio modo di essere oggi è completamente coerente con la mia natura, e mi sento a mio agio nel fare quello che faccio. Allo stesso modo, in FCA così come in Ferrari e CNH, non ci interessano gli individualisti, persone che credono di essere “superstar”. L’era dell’uomo solitario che ha successo imponendo la propria volontà su un’intera organizzazione è morta e sepolta. Io personalmente passo l’equivalente di un mese all’anno per valutare circa mille leader e impostare la loro carriera, perché credo nell’importanza della leadership in modo viscerale e religioso.
Le mie valutazioni si concentrano su due qualità che secondo me sono essenziali per un leader di successo. La prima è la capacità di guidare un programma di cambiamento. Come ho già detto, il cambiamento è inevitabile, e si verifica a un ritmo accelerato in un’epoca di globalizzazione e di rapidi progressi tecnologici. Non ci si può permettere di attenersi ciecamente ai vecchi modi di fare le cose, anche se hanno funzionato in passato. Tuttavia, ogni volta che si tenta di avviare un vero cambiamento, un coro di cinici vi dirà che non può funzionare, o che le cose semplicemente non si fanno in quel modo. Il cinismo è facile. Ci vogliono invece visione e coraggio per credere nel miglioramento.
Perciò voglio circondarmi di persone che siano in grado di essere leader in un mondo senza certezze, che sappiano operare bene in un mondo in continuo mutamento. Persone che possono vedere le cose come potrebbero diventare, invece di come sono sempre state. Persone disposte a rischiare la delusione del fallimento. Persone che fanno domande e mettono in discussione le tesi di lunga data. Il secondo tratto essenziale di un leader è la sua capacità di guidare le persone. Ricordo continuamente ai nostri leader che uno dei loro compiti fondamentali è quello di fornire guida e supporto ai loro collaboratori per aiutarli a sviluppare le loro capacità professionali e le loro qualità umane.
Alla fine dei conti, il vero valore di un leader non si misura in base a ciò che ha ottenuto nel corso della sua carriera, ma piuttosto in base a ciò che ha dato. Non su quello che ha realizzato oggi, ma sull’eredità che si lascia alle spalle. Una lezione che ho imparato nel corso della mia carriera è che in ogni organizzazione le persone contano più dei processi. Soprattutto all’interno di una grande organizzazione multinazionale come la nostra, l’elemento più importante sono le relazioni umane, i milioni di rapporti personali che devono essere alimentati ogni giorno.
Oltre a definire i piani di sviluppo e l’implementazione di strategie, la nostra vera priorità risiede su un livello molto più umano. Ciò significa anche riconoscere l’impatto che le nostre scelte possono avere sulla nostra gente e sulla società nel suo complesso. Significa accettare pienamente la responsabilità che è collegata al privilegio di guidare la nostra organizzazione. Credo che questa sia l’essenza della leadership: assumersi personalmente il dovere morale di fare qualcosa, di agire, di prendere parte al processo di costruzione del futuro. Riconoscere la propria responsabilità di dare alle generazioni future la speranza in qualcosa di meglio.”
Il testo proposto è un estratto del discorso che Sergio Marchionne ha tenuto alla LUISS in occasione della Cerimonia di premiazione della Rotman European Trading Competition il 27 agosto 2016. Di seguito il video integrale:
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