Contro i social media. Perché secondo Jaron Lanier faremmo meglio a cancellare i nostri account social
13 agosto 2018
Lacrime di coccodrillo e il futuro della società
Probabilmente avrete sentito le sofferte confessioni dei fondatori degli imperi dei social media, che preferisco chiamare «imperi della modificazione comportamentale».
Ecco che cos’ha detto Sean Parker, il primo presidente di Facebook: «C’era bisogno di dare una piccola dose di dopamina ogni tanto, per esempio se qualcuno metteva un like alla tua foto o al tuo post […]. È un loop di feedback e validazione sociale […] esattamente quello che un hacker come me cerca, perché si sta sfruttando una vulnerabilità della psicologia umana […]. E noi, gli inventori, i creatori di questa cosa – cioè io, Mark [Zuckerberg], e Kevin Systrom su Instagram, insomma tutti noi – lo comprendevamo pienamente. E l’abbiamo fatto lo stesso […]. Questo cambia letteralmente il proprio rapporto con la società, degli uni con gli altri […]. Probabilmente ha qualche strana interferenza anche con la produttività. Dio solo sa come sta trasformando il cervello dei nostri figli».
Questo invece è quello che dice Chamath Palihapitiya, ex vicepresidente per la crescita degli utenti su Facebook: «I circoli viziosi di feedback a breve termine alimentati dalla dopamina che abbiamo creato stanno distruggendo il funzionamento della società […]. Non c’è un discorso civile, nessuna cooperazione; è solo disinformazione, mistificazione […]. Mi sento terribilmente in colpa. Penso che tutti in fondo lo sapessimo, ma abbiamo simulato un approccio diverso, come se non ci fossero conseguenze negative e intenzionali […]. Adesso siamo in una situazione terribile, secondo me, che sta minando le fondamenta dei comportamenti delle persone e tra le persone. E non ho una soluzione adeguata. La mia soluzione è non usare più questi strumenti. Io non lo faccio da anni».
Meglio tardi che mai […]. Ma la questione cruciale ora è capire se le critiche hanno importanza. È innegabile che una tecnologia malefica ci sta danneggiando, ma saremo in grado di resistere e riportare il mondo su una strada migliore?
La modifica del comportamento: gratificazioni e punizioni
Il processo di base che consente ai social media di fare soldi e contemporaneamente danneggiare la società è la modificazione del comportamento, un metodo che […] può essere impiegato per trattare le dipendenze, ma anche per crearle.
Il danno che ne riceve la società deriva dal fatto che la dipendenza porta alla follia. Il tossicodipendente perde gradualmente il contatto con il mondo reale e le persone reali. Quando un gran numero di persone è dipendente da schemi manipolativi, il mondo diventa un posto cupo e malato.
La dipendenza è un processo neurologico che ancora non comprendiamo completamente. La dopamina è un neurotrasmettitore coinvolto nel senso del piacere ed è ritenuto centrale nel meccanismo che crea una modifica del comportamento in risposta all’ottenimento di ricompense. Ecco perché Parker lo menziona […].
In origine era il cibo la ricompensa usata negli esperimenti dei comportamentisti, sebbene la pratica risalga ai tempi antichi. Ne fanno uso tutti gli addestratori di animali, di solito dando un bocconcino in premio al cane che ha eseguito un numero. Lo fanno anche molti genitori con i loro bambini.
Uno dei primi comportamentisti, Ivan Pavlov, ha dimostrato nel suo famoso esperimento che non era necessario usare cibo vero. Quando a un cane veniva dato da mangiare, si sentiva il suono di un campanello; alla fine il cane cominciava a salivare solo ascoltando il campanello.
L’uso di simboli al posto di ricompense reali è diventato uno strumento immancabile nell’armamentario del comportamentismo. Per esempio, un gioco per smartphone come Candy Crush per creare dipendenza utilizza disegni colorati di caramelle invece che vere caramelle. Altri videogiochi che danno dipendenza usano immagini luccicanti di monete o altri tesori.
Gli schemi cerebrali del piacere assuefacente e della ricompensa – la «piccola dose di dopamina» di cui parla Sean Parker – sono alla base della dipendenza dai social media, ma non finisce qui, perché i social media usano anche la punizione e il rinforzo negativo.
Nei laboratori dei comportamentisti si sono visti diversi tipi di punizione, le scosse elettriche per un po’ di tempo andavano per la maggiore. Ma proprio come con le ricompense, non è necessario che le punizioni siano reali o fisiche. A volte a un soggetto vengono negati punti o riconoscimenti.
Quando usi i social media ricevi l’equivalente dei premi e delle scosse elettriche, tutti e due insieme.
La maggior parte degli utenti dei social media ha sperimentato il catfishing: il rifiuto insensato, l’essere sminuito o ignorato, il sadismo assoluto o tutte queste cose insieme, o peggio ancora. Proprio come con il bastone e la carota, non c’è l’uno senza l’altra, e un feedback sgradito può produrre dipendenza o indurre una subdola modificazione comportamentale tanto quanto un feedback gradito.
Questo brano è tratto dal libro di Jaron Lanier Dieci ragioni per cancellare subito i tuoi account social edito da Il Saggiatore (2018).

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