Sondaggi e collegi assicurano (sulla carta) la maggioranza parlamentare a un centrodestra a guida Lega

5 dicembre 2018
Editoriale Open Society off
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(…) Il 4 marzo il centrodestra, guidato da Berlusconi, è risultato lo schieramento con più voti e con più seggi, ma senza maggioranza nelle due camere. Con l’attuale sistema elettorale per conquistare la maggioranza assoluta occorre vincere il 40% dei seggi proporzionali e il 70% di quelli maggioritari. Questa è la combinazione minima vincente, tra le tante possibili. Il 4 marzo il centrodestra con il 37% dei voti ha ottenuto alla Camera il 39,1% dei primi e il 47,8% dei secondi (Tabella 1). Complessivamente si è fermato a 265 seggi. Per la maggioranza assoluta ne sono mancati 51.

 

Tabella 1 – Il risultato del centrodestra alle politiche del 4 marzo, Camera

Tabella 1 – Il risultato del centrodestra alle politiche del 4 marzo, Camera

 

Oggi la media dei sondaggi della scorsa settimana dà il centrodestra, guidato da Salvini, al 45,2%, con la Lega tra il 31 e il 33. Con questi dati il centrodestra può conquistare la maggioranza assoluta dei seggi. La Tabella 2 fa vedere come, consentendo un facile confronto con il risultato del 4 marzo (Tabella 1).

 

Tabella 2 – Il possibile esito di elezioni immediate per il centrodestra, Camera

Tabella 2 – Il possibile esito di elezioni immediate per il centrodestra, Camera

 

In primo luogo, con il 45,2% dei voti lo schieramento di Salvini, invece di prendere il 39,1% dei seggi proporzionali, ne prenderebbe il 47,8, cioè 184 invece di 151. Dei 51 seggi che gli sono mancati il 4 marzo per arrivare alla maggioranza assoluta ne resterebbero da conquistare nei collegi uninominali solo 18. Qualcuno verrebbe certamente dal Nord dove farebbe praticamente il pieno, a parte l’Alto Adige. Qualcun altro verrebbe dalle regioni della ex-zona rossa. Poi c’è il Sud. Quanto vale oggi la Lega, e quindi il centrodestra, in questa zona? Qui il 4 marzo con il 31,8% dei voti ha vinto solo 13 seggi contro gli 84 del M5S. Con il 38,8 stimato oggi ne vincerebbe certamente di più. Ma anche ipotizzando che non ne vinca neanche uno in più la tabella ci dice che al centrodestra basterebbe ottenere 7 seggi in più nelle regioni del Nord e 11 in quelle della ex-zona rossa per vincere le elezioni.

In sintesi, con i voti stimati oggi a Salvini basterebbe conquistare solo 18 collegi uninominali in più rispetto al 4 marzo. Questo per sottolineare che anche senza un forte ridimensionamento del M5S al Sud non avrebbe problemi a vincere le elezioni. Con il 45% dei voti che oggi i sondaggi gli attribuiscono, gli basterebbe solo il 56% di quelli maggioritari per ottenere la maggioranza assoluta. E questa percentuale è oggi ampiamente alla sua portata. In altre parole il centrodestra può vincere le elezioni e governare da solo. E allora perché Salvini non ne approfitta? (…)

 

Il testo proposto è uno stralcio di un’ampia analisi del professore Roberto D’Alimonte, pubblicata sul Sole 24 Ore e sul sito del CISE

L'autore

Roberto D’Alimonte è un politologo italiano, esperto di sistemi elettorali. È stato professore di Sistema Politico Italiano e Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche della Luiss. È fondatore del CISE (Centro Italiano Studi Elettorali).


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