Il welfare che non c’è. Come migliorare la protezione sociale nell’era post-industriale
30 gennaio 2019
Il welfare è un tema di ricerca cardine nella storia degli studi sulle scienze sociali. Ragionare sulla sua effettività può essere rischioso, ma in questo periodo di grandi mutamenti, è utile valutarne la percorribilità e l’applicabilità seguendo diversi profili di analisi quali l’oggetto del diritto, la stabilità nel tempo, i destinatari attuali e potenziali, gli strumenti approntati per la loro realizzazione.
La questione è analizzata e approfondita in un working paper del professor Roberto Pessi per il Centre for the study of European Labour Law “Massimo D’Antona” dal titolo “Tornando sul Welfare”, nel quale il Prorettore alla Didattica LUISS sottolinea gli aspetti normativi in cui il welfare deve essere rivisitato.
Nonostante i numerosi dibattiti intorno alla questione, infatti, ad oggi molti aspetti delle politiche a sostegno sociale sentono la necessità di essere rimodulati con correttivi non mascherati, ma concreti. Gli interventi normativi dell’ultimo decennio confermano questa teoria, come dimostra il loro orientamento verso misure restrittive sia della spesa sia dei diritti, in particolare nel settore pensionistico e in quello sanitario. Venendo meno a tali principi, si può dire che il nostro welfare non ha dato risposte concrete al fenomeno del post-industrialismo e che, nel contesto dell’integrazione europea ha determinato un decremento della protezione sociale.
Più nel dettaglio, parlando del sistema pensionistico, Pessi fa evidenzia come il diritto a vivere con mezzi adeguati non tutela l’eventuale interesse dei pensionati a mantenere lo stesso tenore di vita raggiunto durante lo svolgimento dell’attività lavorativa. D’altronde, può sembrare difficile sottrarsi a programmi di intervento che fanno leva sul sistema a «catena», proprio perché in nome della loro natura, agiscono sulla base degli anelli precedenti, ma questo “patto generazionale” può essere contestato, modificato e addirittura sostituito.
Attraverso la rimodulazione delle funzioni assolte dalla spesa previdenziale, sarebbe quindi necessaria non una semplice una «rilettura» dell’art. 38 Cost., ma una completa riscrittura della norma, con l’obiettivo, alto e complesso, di raggiungere un welfare universalistico.
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