“Commissario Gentiloni: un consiglio per il futuro dell’Italia”
23 settembre 2019
“Il superamento delle tensioni politico-istituzionali, che hanno caratterizzato l’Italia negli ultimi quattordici mesi, apre nuove prospettive di crescita economica e di rapporti cooperativi con le autorità europee. Al riguardo, la recente attribuzione dell’Economia al membro italiano designato – Paolo Gentiloni – per la nuova Commissione europea è un segnale importante. Tuttavia, queste promettenti prospettive non si tradurranno automaticamente in progressi effettivi. Per esempio: il perimetro del portafoglio Economia, assegnato a Gentiloni, è diverso da quello per gli Affari economici, detenuto nella vecchia (e ancora operativa) Commissione da Pierre Moscovici; soprattutto, le competenze di Gentiloni sono più limitate rispetto a quelle attribuite a Valdis Dombrovskis quale vice-presidente esecutivo designato con delega per una delle tre aree-guida (appunto l’Economia) che sono ritenute cruciali dalla nuova Commissione. Il fatto che Dombrovskis debba svolgere una funzione di coordinamento anche – ma non solo – nei confronti del perimetro di azione di Gentiloni mostra quanto sia importante che l’Italia non forzi i vincoli europei e che – al contempo – sappia sfruttare le molte opportunità aperte dagli orientamenti generali della nuova Commissione. Tali orientamenti sono, del resto, ben espressi nel programma redatto dal nuovo presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, in occasione della sua nomina da parte del Parlamento europeo. Considerazioni analoghe e complementari valgono per l’azione del governo italiano. Per rafforzare l’effettiva crescita economica italiana, la nuova coalizione governativa fra Movimento Cinque Stelle (M5S) e Partito Democratico dovrà: (i) superare la latente conflittualità interna, evitando così di riprodurre in nuove forme il preesistente clima di incertezza politica; (ii) varare un’efficace manovra economica che stimoli uno sviluppo sostenibile di breve e medio-lungo periodo e che sia, al contempo, compatibile con gli impegni europei e con una riacquisita centralità dell’Italia nell’Unione Europea (UE). ”
In allegato il contributo integrale del Direttore della Luiss School of Political Economy (SEP) Marcello Messori.
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