Semplificare alla tedesca
31 maggio 2020
È accaduto in questi giorni ciò che non avremmo mai voluto vedere dopo la tragedia del coronavirus: lo sfruttamento di fondi pubblici destinati a combattere la pandemia per la creazione di un lucroso sistema di tangenti. (Le immagini che sono passate nei telegiornali, le frasi di chi è complice di collusioni occulte e vergognose, le valigette piene di denaro, ci hanno riportato a tempi che speravamo di aver superato. Con Sud e Nord che, se si abbina il caso di Palermo con quello della ipotizzata truffa lombarda sulle mascherine, si trovano accomunati nel tentativo di sfruttare a scopi personali risorse pubbliche, perdipiù destinate alla sanità e quindi a combattere un nemico che ha colpito e può ancora colpire.) Non appare irrilevante che questo accada, tra l’altro, dopo che il nostro Paese si è gradualmente e meritoriamente dotato di un sistema anti-corruzione tra i più ampi e severi in Europa. (E conferma, tra l’altro, che la delinquenza non considera di poter essere scoperta e punita, come dimostrano gli studi dei criminologi, e come conferma il caso di alcuni Stati americani in cui la stessa pena di morte non riesce a ridurre un numero di omicidi da record.) Dobbiamo allora arrenderci a questa realtà, oppure esistono altri rimedi, oltre quelli della prevenzione e della repressione su cui finora l’Italia ha investito tante risorse e sui quali occorre in ogni caso continuare ad insistere? E inoltre, cosa altro possiamo suggerire in un periodo di emergenza in cui la criminalità potrebbe approfittare della erogazione di fondi pubblici per arricchirsi alle spalle dello Stato e dei cittadini onesti? In campo medico, quando un malato non reagisce alle cure tradizionali, si prescrive una terapia d’urto, una terapia cioè rischiosa, ma capace di provocare una reazione risolutiva. In campo giuridico, una volta constatato che il complesso sistema normativo degli appalti e delle gare pubbliche non frena la corruzione, ci si deve chiedere se la semplificazione non possa rappresentare una terapia d’urto efficace. La domanda non è provocatoria, se si considera che da tempo gli studiosi della materia sottolineano che proprio nelle pieghe e nelle distorsioni della burocrazia si nasconde la matrice del potere di chi chiede una tangente per spianare la strada ad una pratica.
Nella prassi giudiziaria, poi, se si ripercorrono alcuni casi in cui imprenditori coraggiosi hanno denunciato episodi di concussione o di tentata corruzione, si rinviene un concetto che ha una speciale potenza evocativa. Chi ben conosce la via crucis che si deve affrontare per ottenere una licenza o una concessione afferma che la burocrazia “ti affama, ti asseta e poi cerca di spremerti, come un limone”. È con parole semplici che a volte si esprimono i concetti più complessi e in questa frase si può cogliere una delle matrici del problema: le pastoie burocratiche possono invogliare a cercare le scorciatoie della corruzione o costringere a soggiacere alla concussione.
La via della semplificazione rappresenta solo apparentemente un paradosso, ma può dare invece un contributo rilevante alla prevenzione della corruzione. Le ultime raccomandazioni del GRECO, uno dei più importanti organismi internazionali per la lotta alla corruzione, nel documento relativo ai rischi di infiltrazioni criminali nel contesto del Covid-19, indicano la trasparenza delle procedure pubbliche come il primo presidio per prevenire “la corruzione in qualunque forma essa si manifesti”. E aggiungono che “la necessità di una regolare e affidabile informazione da parte delle istituzioni pubbliche è cruciale in tempi di emergenza”. Concetti ai quali fa da ineludibile corollario la semplificazione. Sostituire agli oscuri meandri della burocrazia un percorso lineare e trasparente, che possa essere comunicato semplicemente e controllato agevolmente, trasformerebbe la Pubblica Amministrazione in una “casa di vetro” su cui tutti possano vigilare. E, aggiungerei, devono vigilare se vogliamo evitare che la burocrazia continui a frenare gli onesti e incentivare le persone senza scrupoli.
La semplificazione, inoltre, può apportare vantaggi enormi alla ripresa dell’economia. Stiamo affrontando una fase di difficile ripartenza, in cui la velocità nel finanziamento delle imprese rappresenta una fondamentale garanzia di salvataggio. Tempestività e semplificazione devono rappresentare una endiadi inseparabile e tanto più saranno efficaci se si accompagneranno ad una responsabilizzazione del cittadino. La strada che il Governo si avvia a percorrere, anche in sede di conversione del Decreto Liquidità, sembra orientarsi verso questi obiettivi. Il ricorso alla autocertificazione come mezzo per accelerare le istruttorie bancarie, soprattutto se accompagnata da sanzioni serie per chi dolosamente dichiari il falso, rappresenta appunto una efficace sintesi dei concetti di semplificazione delle procedure e responsabilizzazione del richiedente. Ad essa dovrà seguire un controllo pubblico sulla veridicità delle dichiarazioni e, in caso di falsità, non solo la revoca del finanziamento, ma anche la adeguata punizione di chi abbia approfittato della situazione in danno degli onesti.
Proprio l’adesione a questo schema ha consentito al Governo tedesco di approvare uno “Scudo protettivo per lavoratori e imprese” che, in materia di prestiti agevolati, ha comportato, grazie ad autocertificazione e semplificazione, l’erogazione di finanziamenti al 98,7% delle imprese richiedenti, per un totale di 25.183 pratiche approvate su 25.510 richieste. Noi non vogliamo e non dobbiamo considerare questo risultato un sogno irrealizzabile in Italia. Ma affinché questa speranza non sia una mera illusione, occorre poter contare sulla forza di un vero e proprio patto di fiducia tra lo Stato da una parte e i cittadini e le imprese da un’altra, presidiato dal senso di responsabilità che si richiede a ciascuno di noi e dal senso di riprovazione sociale che dobbiamo tutti esprimere con forza rispetto ad episodi di approfittamento illecito di risorse pubbliche.
Questo articolo è precedentemente apparso su la Repubblica il 24 maggio 2020. Riprodotto per gentile concessione.
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