Guida per gestire le troppe castronerie che sentiamo dire in ufficio
11 luglio 2020
Perché sul posto di lavoro sentiamo dire tante “stronzate”? E come possiamo prevenire che accada? In maniera colloquiale definiamo “stronzate” quelle affermazioni che le persone fanno senza nessun riguardo per la verità. Sfortunatamente, si tratta di affermazioni sempre più frequenti. Fortunatamente, però, tutti noi abbiamo la possibilità di contenere la produzione e la diffusione delle “stronzate” sul posto di lavoro applicando lo schema “CRAP” discusso nel nostro studio intitolato “Affrontare l’indifferenza alla verità: come gestire le stronzate sul posto di lavoro”. Lo schema consta di quattro passaggi: capire perché le stronzate hanno ragion d’essere; riconoscere quando vengono diffuse; sapere come agire contro di esse; prevenire che vengano diffuse.
Nel pamphlet del 1985 intitolato “Stronzate. Un saggio filosofico”, il filosofo Harry Frankfturt compieva una distinzione tra “stronzate” e “menzogne”. Gli individui mentono quando conoscono la verità e la rappresentano in modo errato. Chi dice stronzate, invece, non è proprio interessato a quale sia la verità. Nel 2018, per esempio, il Presidente Donald Trump sbagliò e disse al Primo ministro canadese Justin Trudeau che gli Stati Uniti registravano un deficit commerciale nei confronti del Canada, salvo poi ammettere di non avere idea se ci fosse o meno tale deficit. L’ammissione di Trump rivelò che stava dicendo stronzate, pratica alla quale spesso si dedica. Questa libertà dalla verità vuol dire che i leader che dicono stronzate sono più pericolosi di quelli che mentono, visto che possono dire qualsiasi cosa sia utile a far avanzare la loro agenda. Capire la distinzione tra stronzate e menzogne è essenziale. Possiamo svelare una menzogna scoprendo la verità, ma gestire in maniera efficace con le stronzate che vengono dette sul posto di lavoro è più complicato.
Riconoscere le stronzate
Le stronzate sono concepite per avere una certa presa su una specifica audience, e per nascondere il fatto che esse non sono sostenute dalle prove o dalla logica. Spesso appaiono sotto forma di cliché, luoghi comuni o gergo aziendale che sembrano sensati ma risultano vuoti a uno scrutinio più attento.
Nel 2017, per esempio, Howard Schultz, presidente esecutivo di Starbucks, annunciò che le nuove torrefazioni della sua catena avrebbero garantito “un’esperienza immersiva e di altissima qualità legata al caffè”. La columnist del Financial Times Lucy Kellaway rispose definendo Schultz “un campione nella categoria delle stronzate”.
Le stronzate possono essere elaborate anche utilizzando dati e tecniche di visualizzazione che nascondono, distorcono o offuscano la verità. Progressi tecnologici come le deepfake, in cui un’immagine fake di una persona può essere creata e manipolata, hanno il potere di rendere le stronzate più convincenti. Sfortunatamente, quando si tratta di riconoscere le stronzate, non possiamo sempre credere a ciò che vediamo o che sentiamo.
Alcuni di quanti diffondono stronzate sul posto di lavoro avranno un proprio obiettivo, e svelare questi obiettivi ci aiuterà a leggere tra le righe dei loro sforzi. Tuttavia, altri diffondono stronzate senza saperlo perché credono scioccamente in quello che gli è stato detto. Per usare le parole di Ted Sorensen, avvocato e già consigliere nella fase finale della Presidenza di John F. Kennedy, molti impiegati “sviluppano una certa fiducia nella loro competenza, fiducia che però ha poco a che fare coi fatti”.
Agire contro le stronzate
Una volta che abbiate identificato delle stronzate sul vostro posto di lavoro, cosa dovreste fare? Per rispondere, ci ispiriamo alle idee del noto studioso Albert Hirschman e proponiamo quattro possibili risposte: “voce”, “lealtà”, “defezione” o “uscita”.
“Voce” è quando i dipendenti decidono parlare apertamente. Chiedono, dunque, di vedere le prove che sosterebbero una sospetta stronzata, oppure offrono prove contrarie o ragionamenti logici che la falsificano. Quando i dipendenti hanno la sensazione che non saranno puniti per il fatto di mettere apertamente in discussione le stronzate, allora sarà più probabile che lo facciano.
Tuttavia, i dipendenti potrebbero anche reagire in modalità diverse: lasciandosi scivolare addosso o facilitando la diffusione delle stronzate. Alcuni potrebbero reagire con “lealtà” in ragione della loro fedeltà a chi dice stronzate, oppure perché trovano quelle stronzate personalmente attraenti. Altri dipendenti, invece, potrebbero reagire trascurando il proprio lavoro, rifiutando ogni impegno e disimpegnandosi dal proprio mestiere. Infine, i dipendenti potrebbero essere a tal punto frustrati dalle stronzate che potranno abbandonare le proprie organizzazioni, o quantomeno cambiare lavoro per sfuggire a un superiore che dice stronzate.
Prevenire le stronzate
I vertici di un’impresa possono scoraggiare le stronzate richiedendo esplicitamente una comunicazione che sia chiara, basata su dimostrazioni di efficacia e scevra di ogni gergo incomprensibile.
Nel 2010 Elon Musk, CEO di Tesla e SpaceX, inviò un’e-mail ai dipendenti mettendoli in guardia da “una pericolosa tendenza a utilizzare acronimi inventato presso SpaceX. Un uso eccessivo di acronimi inventati costituisce un ostacolo significativo alla comunicazione”. Lo spirito critico può contrastare la produzione e la proliferazione di stronzate. Esso dà più valore alle dimostrazioni che alle opinioni e all’expertise rispetto all’egualitarismo, in modo tale che le decisioni siano basate sui fatti invece che sulle impressioni, i miti o gli aneddoti. I leader aziendali dovrebbero mettere in pratica e attendersi attente analisi e presentazioni di informazioni. I leader aziendali dovrebbero pure eliminare commissioni e riunioni inutili. Chi dice stronzate, infatti, può sfruttare le riunioni male organizzate o male gestite per promuovere o legittimare le proprie stronzate. I capi dovrebbero costituire commissioni e convocare riunioni solo se ci sono condizioni e ordini del giorno chiari, e nominare persone che hanno uno spirito critico e le conoscenze adatte.
Abbiamo iniziato questo articolo dicendo che nella nostra epoca le stronzate sono più frequenti che mai. Tuttavia, anche questa era una stronzata, visto che non abbiamo prove per dimostrare tale ipotesi. Abbiamo però ascoltato molti lavoratori che sono scontenti per la mole e per l’impatto delle stronzate sul loro posto di lavoro, e assistiamo a personaggi pubblici che ogni giorno dicono stronzate. Di conseguenza, applicando lo schema “CRAP”, tutti possiamo gestire con maggiore efficacia eventuali stronzate che sentiamo sul posto di lavoro.
L’articolo è tratto per gentile concessione del professore Ian Paul McCarthy, dal suo blog. È stato scritto da McCarthy stesso, da David Hannah e Jane McCarthy per il sito The Conversation. Si basa su un paper scientifico pubblicato col titolo: “Confronting indifference toward truth: Dealing with workplace bullshit”.
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