Quando la cooperazione è local. La “diplomazia delle città” tra Italia e Germania

31 luglio 2020
Editoriale Europe
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Il Presidente Federale Frank-Walter Steinmeier e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella hanno inviato una lettera congiunta ai sindaci dei due paesi per riconoscere il valore dei gemellaggi e auspicarne il rafforzamento. È un gesto che si inserisce in un rinnovato slancio di cooperazione tra i due paesi. Tre sono gli aspetti che rilevano in questa vicenda.

1. Primo, la solidarietà che si è sviluppata dal basso per fronteggiare la pandemia è stata spesso oscurata nei resoconti giornalistici dalla rivalità nazionali. Molti comuni hanno espresso vicinanza alle rispettive controparti e in alcuni casi hanno offerto concreti gesti di aiuto, come nel caso dei ricoveri presso ospedali tedeschi di cittadini italiani affetti da covid. Contro la narrativa intergovernativa con toni che alle volte tendono a scivolare su egoismi nazionali, la vicenda della cooperazione dal basso ci restituisce un’immagina della solidarietà europea molto più avvincente. È proprio alla partecipazione nei contesti urbani che dobbiamo guardare per renderci conto di quanto i gesti di aiuto e compassione abbiamo caratterizzato questi drammatici mesi. Sono le esperienze quotidiane dei cittadini che dobbiamo tenere a mente per capire il potenziale di umanità che il covid ha fatto emergere.

2. Secondo, l’Italia e la Germania devono allargare il terreno di dialogo per porre su basi più solide le dinamiche future del nostro continente. Il livello di cooperazione politica tra i due paesi non si è mai consolidato del tutto. Da un lato, il rapporto privilegiato con Parigi, dall’altro un limitato livello di socializzazione hanno portato le classi dirigenti dei due paesi a sviluppare un rapporto per tanti aspetti deficitario. L’esempio recente che viene alla mente in modo lampante riguarda il fatto che sia stato firmato un accordo tra Francia e Germania (2019, Trattato di Aquisgrana) e ne sia stato negoziato uno tra Francia e Italia (Trattato del Quirinale), ma che ad oggi il terzo accordo di questo triangolo politico europeo sia mancante. Siamo ancora in attesa di un accordo Italia-Germania. Eppure, nell’UE post-brexit l’Italia ha un disperato bisogno di evitare la marginalizzazione a scapito del duo franco-tedesco e non può certo puntare tutte le sue fiches sul partner transalpino rendendolo il filtro delle nostre ambizioni regionali. Alla Germania è legata una parte importante del nostro tessuto imprenditoriale, alla Germania ci avvicinano tante complementarietà geo-politiche e soprattutto il nostro paese non può pensare di fare politica in Europa senza un rapporto forte con l’egemone regionale. Il dialogo e la cooperazione bilaterale con la Germania sono quindi ineludibili.

3. Terzo, la “diplomazia delle città”. L’Italia ha bisogno di far leva sul patrimonio di collaborazioni internazionali sviluppate dei comuni nel corso di decenni. Per troppo tempo il governo nazionale ha sottovalutato il valore aggiunto che un’azione sinergica con le autorità locali potesse apportare alla sua proiezione internazionale. Eppure, negli anni le regioni e i comuni italiani hanno portato avanti processi di internazionalizzazione con risultati significativi. Gli oltre 400 accordi di gemellaggio menzionati nella lettera dei due Presidenti sono solo una piccola parte delle attività internazionali delle nostre città. L’impegno nei processi di global governance, di cooperazione allo sviluppo, di politiche europee e di accordi bilaterali di città come Milano e altri comuni sono best practice da emulare. Ma l’azione internazionale dei comuni non va lasciata sola, va piuttosto accompagnata in uno sforzo da sistema paese integrato. In altri paesi, dall’Olanda alla Cina, il governo, e in particolare il Ministero degli esteri, sviluppa azioni congiunte con le autorità locali attraverso meccanismi di cooperazione strutturata. Ottimo segnale dunque che si sia deciso di porre in prima piano l’azione comunale nel dialogo con il partner tedesco.

 

Questo articolo è precedentemente apparso sul Sole 24 Ore del 31 luglio 2020. Si ringrazia per la gentile concessione.

Il prossimo libro di Raffaele Marchetti, City Diplomacy, è in uscita per University of Michigan Press.

L'autore

Raffaele Marchetti è Deputy rector for Internationalization alla Luiss, dove insegna Relazioni Internazionali


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