Il successo delle start-up. La formazione dei fondatori e l’impatto sulla raccolta fondi
18 ottobre 2020
Il successo delle start-up nei loro primi stadi di vita dipende fortemente dalle caratteristiche del team di fondatori. Al fine di comprendere quali aspetti facilitano o ostacolano la raccolta fondi dagli investitori, risulta cruciale approfondire in che circostanze la formazione dei fondatori è benefica per la raccolta fondi delle start-up. Gli studi condotti finora, tuttavia, non chiariscono del tutto quale ruolo svolga la formazione dei fondatori sulla capacità delle loro start-up di raccogliere fondi.
La formazione dei fondatori
Nel nostro studio, ci siamo basati sulla teoria della psicologia cognitiva per studiare le diverse configurazioni della formazione dei fondatori e come esse influenzino la capacità delle start-up di ottenere finanziamenti. Dopo aver raccolto un campione di più di mille start-up statunitensi tra il 2012 e il 2016 dalla piattaforma Crunch Base, abbiamo analizzato quali aspetti della formazione hanno avuto un impatto sul primo round di finanziamento ottenuto. In particolare, abbiamo identificato due differenti aspetti della formazione dei fondatori: il livello massimo raggiunto e l’eterogeneità, intesa come diversità di campi di specializzazione dei fondatori. L’analisi congiunta di tali aspetti ci ha permesso di comprendere l’impatto complessivo della formazione dei fondatori sulla raccolta fondi delle start-up.
Nel dettaglio abbiamo evidenziato che sia il livello massimo di formazione raggiunto, che una elevata eterogeneità, influenzano positivamente la quantità di fondi raccolti Infatti, fondatori più istruiti o con un background diversificato ispirano aspettative positive negli investitori in merito al futuro successo della start-up, poiché comunicano una maggiore capacità di problem solving e di condurre le diverse attività necessarie per l’attività imprenditoriale. Tutto questo genera una raccolta fondi più fruttuosa. Tuttavia, la presenza congiunta sia di un elevato livello che di una elevata eterogeneità di formazione all’interno del team di fondatori ha un impatto negativo sulla raccolta fondi per via della rigidità cognitiva. Infatti, maggiore è il livello di formazione raggiunta, più i fondatori presentano modelli mentali rigidi che si traducono in una minore capacità di interagire con altri fondatori con background diversi. In altre parole, un team formato da persone altamente specializzate nelle stesse discipline riesce, in media, a raccogliere più fondi rispetto a un team di persone altamente specializzate in discipline diverse tra loro. Questo perché persone con conoscenze molto approfondite ma molto diverse tra loro comunicano con più fatica e generano maggiori conflitti all’interno della start-up, influenzando negativamente la fiducia degli investitori e quindi i fondi raccolti.
I risultati
In particolare, i risultati del nostro studio suggeriscono che: 1) gruppi di fondatori caratterizzati da elevati livelli di formazione (ad esempio Dottorato di Ricerca) ottengono maggiori fondi (in media +65%) in presenza di bassi, invece che elevati, livelli di eterogeneità di formazione; 2) viceversa, gruppi di fondatori caratterizzati da bassi livelli di formazione (ad esempio Laurea Triennale) ottengono maggiori fondi (in media +10%) in presenza di elevati, invece che bassi, livelli di eterogeneità di formazione.
In definitiva, il nostro studio suggerisce che, nelle prime fasi di vita della loro attività imprenditoriale, gli start-upper farebbero bene a selezionare un nucleo di fondatori molto esperti in pochi ambiti della conoscenza oppure con competenze molto differenziate ma con un moderato livello di approfondimento. Considerato il ruolo che le start-up ricoprono per l’economia e l’innovazione, come già evidenziato dopo la crisi finanziaria del 2008 dove il loro numero in Italia è raddoppiato in dieci anni, capire come favorirne la raccolta fondi – e quindi la loro crescita e diffusione – può essere cruciale per la crescita del sistema economico nel prossimo futuro, specialmente alla luce degli effetti del Covid-19 che stanno mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro.
Maggiori dettagli sullo studio sono disponibili sull’articolo pubblicato su IEEE Transactions on Engineering Management, assieme al collega Michele Pinelli della Libera Università di Bolzano, e consultabile qui. Questa ricerca è stata portata avanti grazie al supporto di Ermenegildo Zegna Group con la EZ Founder’s Scholarship.
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