La distorsione comunicativa ai tempi del Covid-19
10 novembre 2020
Policy Brief n. 15/2020 della Luiss School of Government
In concomitanza della seconda ondata di contagi da Covid-19, in questo Policy Brief si intende riflettere sia in ordine alle modalità con le quali è stata strutturata e gestita la comunicazione, sia in ordine alle distorsioni volontarie e involontarie registrate nel discorso pubblico. Tutto ciò, considerando la molteplicità degli attori operanti e le peculiarità dei temi affrontati in un contesto emergenziale e fortemente emozionale a livello individuale e collettivo come quello pandemico. Nel far ciò è opportuno considerare contemporaneamente sia la comunicazione istituzionale (compreso il suo inevitabile e graduale scivolamento sul terreno della comunicazione politica), sia la comunicazione di massa. Sono almeno tre gli aspetti che emergono, in estrema sintesi, da questa analisi. a) Si evidenzia innanzitutto la presenza di una pluralità di emittenti del processo comunicativo, con un ruolo preminente del Presidente del Consiglio. Nell’ambito di tale condizione, peraltro, abbiamo assistito a una prima fase in cui il conflitto tra livelli territoriali (soprattutto Governo e Regioni) è stato soprattutto istituzionale e ad una seconda fase in cui il conflitto è diventato anche comunicativo. b) Nel nostro Paese il discorso pubblico sembra essere stato quasi monopolizzato dal punto di vista “sanitario” sulla pandemia, con ricadute negative per la scelta delle priorità programmatiche e per un’analisi più completa dell’impatto della pandemia stessa. c) Si continua ad osservare un conflitto difficilmente risolvibile tra l’esigenza di una comunicazione scientifica di alto livello e la media logic che domina il giornalismo mainstream e soprattutto il mondo dei social media.
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