Fisco, l’evasione da abbattere
4 febbraio 2021
Debito pubblico e distribuzione fiscale
La recente “Relazione sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva”, predisposta dalla Commissione presieduta da Enrico Giovannini, sollecita una riflessione sul ruolo centrale che la questione fiscale assume nella prospettiva di riforme strutturali indispensabili per riportare il Paese verso la ripresa. La crescita esponenziale del debito pubblico non può infatti rappresentare una tendenza di lungo periodo, ma solo un mezzo eccezionale e momentaneo per far fronte ad una crisi di dimensioni mondiali. Il debito dovrà essere ripagato dai nostri figli e nipoti, e questo deve stimolarci a riflettere sul tema dell’equa distribuzione fiscale e della lotta all’evasione in modo da riannodare, per le nuove generazioni, il filo spezzato tra cittadini e fisco. Ancor più questo compito appare necessario considerando che le indispensabili forme di sostegno economico alle classi più colpite dalle conseguenze della pandemia saranno comprese e condivise solo se alla richiesta di solidarietà si accompagnerà una equa distribuzione degli oneri, garantita anche da nuovi modelli di lotta alla evasione fiscale. Una lotta che andrà condotta sui pilastri della prevenzione e del contrasto all’atteggiamento di chi intende vivere al di fuori del sistema delle regole, pensando che l’adempimento degli obblighi tributari sia niente più che una facoltà, perpetuando la scelta di nascondersi nel mondo del sommerso, alle spalle di tutti gli altri.
Lotta all’evasione
In questa riflessione assai utile è una lettura attenta della citata Relazione che, dal 2016, assolve ad un mandato fondamentale: commentare i dati sull’economia non osservata misurati dall’Istituto nazionale di statistica; stimare l’ampiezza e l’evoluzione dell’evasione fiscale e contributiva quantificando l’ammontare delle entrate sottratte al bilancio pubblico; illustrare le strategie e gli interventi attuati per contrastare e prevenire il fenomeno, monitorandone i risultati e incoraggiando l’adempimento spontaneo degli obblighi tributari; indicare le ulteriori linee di intervento e prevenzione da attuare, così come suggeriscono i principi fondamentali della buona normazione.
Questo tipo di analisi rafforza il convincimento che l’evasione non sia un monolite indistruttibile verso cui mantenere un atteggiamento di ostinata rassegnazione. Al contrario, vi è un elenco di misure preventive che sono in grado di portare risultati concreti: la tecnologia applicata al mondo dei pagamenti e dei rapporti tra cittadini, imprese e Amministrazione; gli investimenti su banche dati trasversali capaci di dotare l’Amministrazione e le forze di polizia di strumenti all’avanguardia per indagini e monitoraggio, pur tutelando la privacy dei contribuenti; lo studio e l’attuazione di interventi capaci di eliminare gli incentivi alla evasione, ad esempio ampliando le aree di deducibilità dei costi; il perseguimento di una rigorosa ed effettiva semplificazione amministrativa; la realizzazione di una politica di compliance condivisa tra Amministrazione, cittadini e imprese che dia certezza e tenuta nel tempo agli accordi assunti.
Il ruolo del personale amministrativo
Altrettanto indispensabile appare l’obiettivo di una formazione all’avanguardia del personale amministrativo: abbiamo in Italia Agenzie, Forze di Polizia e Magistratura dotati di elevatissimi standard di competenza, professionalità e abnegazione alla causa. Ma non v’è dubbio che nell’Amministrazione convivano segmenti diversi quanto a competenze e abilità. Ho avuto l’opportunità, in una fase della mia vita, di conoscere dall’interno i livelli di eccellenza che ci sono nei nostri Ministeri. Credo però che vi siano ampi spazi da colmare e rilevanti bisogni da soddisfare nella modernizzazione della macchina burocratica, per renderla adeguata a rispondere alle nuove esigenze di una società che voglia distribuire in maniera più giusta gli oneri fiscali e le risorse che ne derivano. Solo in tal modo gli adempimenti tributari ci appariranno un contributo comune a beni particolarmente preziosi nella fase post-pandemica quali salute, istruzione, ambiente e sicurezza.
Questo articolo è precedentemente apparso su Repubblica, riprodotto per gentile concessione.
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