Le regioni al microscopio. Per rispettare i parametri del NextGenerationEU è necessario rafforzare la capacità amministrativa

8 marzo 2021
Editoriale Europe | Open Society
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Ai Paesi membri che vogliono accedere al Piano di ripresa “Next Generation EU” l’Unione Europea chiede un serio piano di investimenti e, al contempo, di riforme. Tra queste ultime, le country specific recommendations per l’Italia puntano soprattutto sulla riforma della Pubblica Amministrazione (in seguito PA). Non a caso: per essere efficace nessun investimento può prescindere da una macchina amministrativa trasparente ed efficiente nei diversi livelli territoriali di governo.

La ripresa economica post Covid-19 non sarà solo una questione di quanti soldi arriveranno nel nostro Paese, ma anche e soprattutto di “come” quei soldi saranno spesi e “da chi”. In altre parole, iniettare liquidità, ad esempio alle Regioni e ai Comuni, non sarà sufficiente a garantire una ripresa diffusa ed equa, se Regioni e Comuni non si doteranno di quella che nella terminologia europea viene definita “capacità amministrativa”.

Nel dibattito politico, invece, l’attenzione sembra concentrarsi quasi esclusivamente su quali progetti di investimento scegliere – se più per la green economy o per la digitalizzazione- e su chi dovrà gestire i relativi aiuti europei. Va bene, ma non basta. Serve cominciare subito a porre l’accento sul rafforzamento della capacità amministrativa che l’Europa esige come condizione essenziale affinché il Recovery Fund non rischi di essere sprecato.

Il problema è che in Italia, ad oggi, non esiste una mappatura di quella capacità, se non limitatamente ad alcune categorie di dati.

Eppure, il legislatore ha posto le basi per una banca dati “di fatto”, nel 2012 con la legge n. 190 e nel 2013 con il decreto legislativo n. 33. Queste norme hanno introdotto l’obbligo per tutte le Amministrazioni Pubbliche di pubblicare le stesse informazioni, nello stesso formato, con la stessa cadenza e nella stessa sezione dei rispettivi siti web, denominata “Amministrazione Trasparente” (in seguito AT). Ciò consente di conoscere e valutare la trasparenza, l’efficienza e l’integrità di ogni Amministrazione, di compararla con le Amministrazioni della stessa tipologia, di seguirne il trend cronologico. Ogni cittadino può accedere alla sezione “Amministrazione Trasparente” del sito web della propria Regione e conoscere il suo funzionamento e rendimento. Ad esempio: quale è la sua capacità di spesa? In che percentuale raggiunge gli obiettivi annuali? Quali sono i tempi medi di erogazione dei servizi? Come viene gestito il patrimonio immobiliare pubblico? Quali sono i tempi medi di pagamento ai fornitori?

Naturalmente la trasparenza non basta: le informazioni pubblicate nella sezione AT sono spesso tecniche, esposte in modo disordinato e confuso, così da risultare poco fruibili anche per gli addetti ai lavori. Il Rating Pubblico è un modello di valutazione elaborato da Fondazione Etica che interviene proprio in questa direzione: consente di raccogliere, ordinare ed elaborare quei dati pubblicati sui siti web istituzionali, in modo da tradurli in un indice sintetico di trasparenza, integrità ed efficienza, facilmente fruibile per chiunque.

La necessità di un indice è spiegata con grande chiarezza dalla Commissione per la Valutazione, la Trasparenza e l’Integrità delle Amministrazioni Pubbliche (CIVIT, ora diventata ANAC):

“I Sistemi di misurazione della performance sono strumenti essenziali per il miglioramento dei servizi pubblici e, se appropriatamente sviluppati e implementati, possono svolgere un ruolo fondamentale nella definizione e nel raggiungimento degli obiettivi strategici, nell’allineamento alle migliori pratiche in tema di comportamenti, attitudini e performance organizzative.

I sistemi di misurazione assumono un carattere ancora più rilevante in situazioni di ciclo economico negativo” almeno per “due ordini di ragioni: la prima relativa alla soddisfazione delle esigenze dei cittadini e la seconda relativa alla migliore capacità di scelta e di selezione da parte delle autorità competenti in ordine all’allocazione delle risorse. Quanto al primo profilo (…) la soddisfazione e il coinvolgimento del cittadino costituiscono il vero motore dei processi di miglioramento e innovazione. Quanto al secondo profilo, la misurazione della performance consente di migliorare l’allocazione delle risorse fra le diverse strutture, premiando quelle virtuose e di eccellenza e riducendo gli sprechi e le inefficienze.

Sono parole scritte nel 2010, ma che tornano attuali.

Applicare il Rating Pubblico alle Regioni è particolarmente importante oggi, perché sono chiamate a giocare un ruolo cruciale nella gestione dei fondi europei. I risultati del presente Rapporto, realizzato nel 2020 con la lente del Rating Pubblico, consentono di individuare i punti di forza e i punti di debolezza delle Regioni, in chiave comparata, e quindi di approntare un piano di rafforzamento amministrativo dove e come necessario.

Quel piano, senza varare nuove norme, può diventare una delle riforme più apprezzate dall’Unione Europea. Tristemente nota, infatti, per le sue inefficienze e sprechi, l’Italia ha l’opportunità di dimostrare di avere avviato un serio e profondo processo di miglioramento della qualità della spesa proprio a partire dal miglioramento dell’apparato amministrativo pubblico.

Se l’Italia avvierà quel trend virtuoso – conoscere le PA, supportarle nel miglioramento, distribuire fondi europei sulla base del merito e dell’impegno- sarà in grado di attrarre, dopo il Recovery Fund, anche i capitali privati, ad esempio dei fondi di investimento istituzionali, e quelli degli investitori internazionali. Capitali che, come quelli europei, investono in un Paese non solo per i suoi progetti, ma soprattutto per la credibilità delle sue istituzioni.

 

Questo articolo presenta alcuni temi sviluppati nel volume dell’autrice, “Regioni, un motore da riparare”, Ed. Rubbettino. I dati alla base della ricerca sono stati raccolti ed elaborati con la metodologia del Rating Pubblico di Fondazione Etica. Il gruppo di ricerca comprende anche Giovanna Ciniero, Giaime Gabrielli, Gregorio Gitti, Carlo Manfucci. La ricerca è stata condotta all’interno del GovLoc Lab dell’ICEDD- Luiss.

L'autore

Paola Caporossi è tra i fondatori di Fondazione Etica, che dirige, oltre che presidente dell’Agenzia Rating Pubblico e coordinatore del GovLoc Lab – Luiss.


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