Sicurezza nazionale e IA secondo gli Stati Uniti

21 marzo 2021
Editoriale Open Society
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Con singolare coincidenza il 1° marzo scorso sono stati presentati, negli Stati Uniti, il rapporto sull’intelligenza artificiale (IA) della Commissione per la Sicurezza Nazionale (NSCAI) e, in Italia, la relazione al Parlamento sulla politica dell’informazione per la sicurezza relativa all’anno 2020 ad opera del Comparto Intelligence (DIS, AISE e AISI). Al centro dell’attenzione di entrambi, la sicurezza nazionale e lo sforzo dispiegato per affrontarne le sfide più insidiose, inerenti soprattutto alla dimensione cyber collegata alla travolgente trasformazione digitale indotta dall’emergenza sanitaria.

Mentre il rapporto USA è dedicato all’intelligenza artificiale, parte rilevante della relazione italiana, con l’articolato documento di sicurezza nazionale, è concentrata sull’evoluzione delle “policy cyber” (l’attuazione del perimetro di sicurezza nazionale cibernetica e della direttiva NIS, il Toolbox per il 5G, il Golden Power) e sugli strumenti istituzionali per la gestione delle crisi cibernetiche, da cui risulta l’elevato grado di maturità raggiunto dal nostro Paese.

Filo rosso conduttore di entrambi è la stretta connessione fra innovazione tecnologica e sistema economico, competizione internazionale e sviluppo, business e regole.

Il rapporto USA, ultimo atto della commissione bipartisan istituita dal Congresso nel 2018 e composta da 15 membri fra tecnologi, professionisti della sicurezza nazionale, dirigenti d’azienda ed accademici, nelle sue 756 pagine rivolge una serie di raccomandazioni al Presidente Biden, al Congresso e alle imprese affinché il Paese sia pronto ad affrontare entro il 2025 la sfida per l’IA.

Per la prima volta dalla fine della seconda guerra mondiale la Cina, facendo leva sulla sua potenza tecnologica, minaccia il potere economico e militare degli Stati Uniti, che potrebbero perdere entro i prossimi 10 anni la superiorità tecnica militare. Serve pertanto una strategia globale basata su talenti, hardware (semiconduttori, microchip) e investimenti all’innovazione che coinvolga partner industriali, mondo accademico e società civile, in grado di affiancare Dipartimento della Difesa e Intelligence Community. Come indica Eric Schmidt, presidente della NSCAI, gli Stati Uniti devono assumere la leadership a livello internazionale contando su vecchi alleati e nuovi partners per costruire l’era dell’IA, vero “game changing” e chiave per la sicurezza e il benessere futuro. Occorre investire 40 miliardi di dollari per la ricerca e sviluppo dell’IA, così come negli anni ’50, su proposta del presidente Eisenhower e con l’appoggio del Congresso, erano stati investiti 10 miliardi per costruire il sistema autostradale interstatale.

Se il Consiglio di Sicurezza Nazionale è servito ad affrontare le sfide del secondo dopoguerra, ora è necessario un Consiglio per la competitività tecnologica, rivitalizzare la produzione nazionale di microchip con investimenti federali ed incentivi per assicurare l’autonomia tecnologica, assumere la leadership nel 5G e nella robotica. Per la difesa, il rapporto propone di sviluppare standard comuni per le armi autonome piuttosto che un trattato per la loro proibizione globale. Fra le raccomandazioni del rapporto: l’automazione completa dell’Intelligence entro il 2030, la creazione di un Digital Corps per assumere talenti tecnologici a termine, una Digital Service Academy accreditata del governo, responsabili IA in ogni agenzia di sicurezza nazionale e ramo delle forze armate. Il rapporto chiede anche al Dipartimento di Stato di aumentare la sua presenza negli hub tecnologici USA in tutto il mondo e triplicare il numero di istituti nazionali di ricerca sull’IA (introdotti nell’agosto 2020).

[1] Professore SNA e Luiss Guido Carli, direttore esecutivo del Centro MENA-OCSE Governance Programme Training

Questo articolo è precedentemente apparso su Airpress. Riprodotto per gentile concessione.

L'autore

Maurizio Mensi è Professore SNA e Luiss Guido Carli, direttore esecutivo del Centro MENA-OCSE Governance Programme Training.


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