Aggiustamenti netti su debito e capitale
5 giugno 2021
Nelle sue Considerazioni finali il Governatore Visco ha sottolineato i nessi, molto stretti, che legano il ripristino di un ordine internazionale, l’evoluzione degli assetti istituzionali europei e la capacità italiana di superare i numerosi ‘colli di bottiglia’ che si frappongono alla crescita. Il post-pandemia si dovrà, infatti, caratterizzare per la costruzione di nuove forme di multilateralismo che sappiano contemperare le inevitabili tensioni competitive fra grandi aree economiche e la cooperazione internazionale rispetto alla salvaguardia dell’ambiente e alla riduzione della povertà. L’attenzione per la transizione ecologica e per l’inclusione sociale, che caratterizza l’Unione europea (Ue) e – in particolare – l’area dell’euro, può avere un ruolo cruciale al riguardo. È però necessario che la Ue recuperi i suoi ritardi rispetto ai progressi tecnologici di Stati Uniti e Cina, così da realizzare un robusto processo di sviluppo sostenibile (sotto il profilo economico, sociale e ambientale) fondato sull’innovazione digitale e su altre innovazioni di frontiera a più basso impatto ambientale. Come il Governatore ha posto in luce, l’iniziativa europea di Next Generation – EU (Ng-Eu) e i connessi ‘Piani nazionali di ripresa e resilienza’ sono uno strumento cruciale per raggiungere questo obiettivo. Ignazio Visco riconosce peraltro che il successo dell’iniziativa europea dipenderà, in larga misura, dai risultati raggiunti dal suo maggiore beneficiario, ossia l’Italia.
Il filo rosso, che lega le analisi del Governatore, mostra così le profonde discontinuità indotte dallo shock pandemico e dalla drammatica emergenza che ne è seguita. Al contempo, esso fornisce nuove chiavi di lettura per affrontare i molti problemi del nostro Paese che sono stati aggravati, ma non creati, sia dalla depressione economica e dall’emergenza sanitaria e sociale della prima metà del 2020 sia dalla recrudescenza di Covid-19 e dall’accidentata transizione verso la ripresa dei mesi successivi. Di particolare interesse sono le riflessioni offerte rispetto a due punti problematici che pesano da tempo sull’economia italiana e ne condizioneranno lo sviluppo nei prossimi anni: la gestione del nostro debito pubblico che, nell’euro area, ha fatto segnare il più elevato aumento in punti percentuali (circa 25) su base annuale; il rafforzamento dei segmenti non-bancari del mercato finanziario. In ambedue i casi gli aggiustamenti, proposti da Visco, sono graduali ma netti.
Rispetto al debito pubblico, il Governatore ha ribadito che le inevitabili correzioni italiane vanno inserite nel quadro di una politica fiscale europea che non può limitarsi a modificare i vecchi vincoli imposti alle politiche nazionali mediante il cosiddetto ‘Patto di stabilità e crescita’, ma deve rendere permanente la costruzione di un bilancio europeo unificato lungo le linee disegnate da Ng-Eu. Il Governatore chiarisce, peraltro, che un simile processo di unificazione fiscale non può riguardare gli stock accumulati di debito nazionale; anzi, perché tale processo non incontri il veto delle componenti più forti della Ue, i paesi ad alto debito (come l’Italia) hanno l’obbligo di ridurre, in modo graduale ma sistematico, l’effetto degli squilibri accumulati così da non scaricarli sul resto dell’Unione. Rispetto invece alla necessità di irrobustire i finanziamenti non bancari, il Governatore riconosce le difficoltà delle piccole imprese a emettere capitale e titoli di debito sui mercati. Egli sottolinea tuttavia che, per recuperare i propri ritardi nell’innovazione digitale e in altre innovazioni di frontiera, le piccole e le medie imprese della Ue e – in particolare – dell’Italia devono accedere all’ingente massa di ricchezza finanziaria, detenuta dalle famiglie e da intermediari non-bancari. Il quadro normativo e regolamentare, che è stato approntato dalle istituzioni europee mediante il processo di Capital Markets Union ma che finora non ha prodotto novità significative, va utilizzato a questo scopo.
La ricca trama, tessuta dal Governatore mediante le analisi richiamate e molte altre qui forzatamente trascurate, legittima il prudente ottimismo del suo messaggio finale. La tragedia della pandemia ha determinato una cesura economica e sociale che apre possibilità di sviluppo alla Ue e all’Italia. La sfida non è facile. Come emerge dalla metafora manzoniana ricordata da Visco, tale sfida può però essere vinta se si illuminano sia i problemi di oggi che i difficili obiettivi di domani.
Questo articolo è precedentemente apparso sul Sole 24 Ore. Riprodotto per gentile concessione.
Newsletter
Articoli correlati
Come uscire dalla Pandemia tra Schäuble e Draghi
19 maggio 2021
Per alcuni la pandemia ha messo in discussione gli equilibri di politica economica precedenti. Per altri ha prodotto una crescita impetuosa del debito pubblico che, tuttavia, va ricondotto prima possibile all’interno del precedente modello di politica fiscale. L’esito di questa contrapposizione definirà il futuro dell’Unione.
Il mondo dopo il Recovery
13 maggio 2021
La preparazione del Piano di ripresa e resilienza ha monopolizzato il dibattito degli scorsi mesi, al punto da diventare una sorta di alfa e omega della politica economica italiana ed europea del dopo Covid. Ora i piani nazionali (ognuno con le sue luci e ombre) sono stati presentati alla Commissione e saranno verosimilmente approvati; è importante che si inizi a riflettere sulle sfide dei prossimi anni e sugli strumenti da mettere in campo per farvi fronte.
6 maggio 2021
La Corte costituzionale tedesca ha sospeso la ratifica del Next Generation Europe in seguito al ricorso di Bernd Lucke, fondatore del partito di estrema destra Alternative für Deutschland, che lamentava in primo luogo la violazione della responsabilità di bilancio propria del Parlamento tedesco e ritenendo che l’indebitamento violasse il diritto dell’Unione. Che cosa comporta tutto questo per la Germania e per l’Europa intera?
Riformare l’Italia per arrivare a cambiare l’Europa
21 aprile 2021
Tra due settimane dovremo inviare alla Commissione europea il Piano nazionale di ripresa e resilienza, uno strumento cruciale per promuovere l’Italia della prossima generazione. Nei giorni scorsi, il premier Draghi ha incontrato i partiti che sostengono il suo governo per sentire le loro proposte sul Pnrr. Una scelta dovuta, in una democrazia parlamentare, anche se è bene ricordarsi che il governo nasce dalle difficoltà progettuali di quei partiti.