Comunicazione politica e registro emozionale durante il Covid-19

16 giugno 2021
Editoriale Focus Ripresa
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Durante la crisi derivante dalla pandemia da Covid-19 (anzi una meta-crisi, come è stata definita per la sua capacità di contenerne e generarne molte altre), l’Italia ha fatto da apripista per gli altri Paesi occidentali, inaugurando nuove pratiche di governance e di comunicazione di crisi. Al di là delle parole, la comunicazione è fatta anche di scambio emotivo; inoltre, nel contesto di frammentazione ideologica tipico della post-sfera pubblica, le emozioni diventano esse stesse un veicolo necessario a costruire una relazione tra cittadini e istituzioni. Non è un caso che molti autori abbiano sostenuto la necessità di sostituire (o affiancare) il concetto di opinione pubblica con quello di “emozione pubblica”.

Lo studio sulla comunicazione del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte (pubblicato sulla rivista in open access Frontiers in Political Science) ha interessato 58 discorsi pronunciati durante la prima ondata della pandemia. Sono stati rilevati quattro punti nodali, ovvero modalità con cui è stato descritto e interpretato il ruolo delle istituzioni nei confronti di quattro soggetti: 1) i cittadini e le imprese; 2) le regioni e gli enti locali; 3) la politica e, segnatamente, il Parlamento; 4) i Paesi alleati. Per ciascun punto nodale sono stati analizzati gli argomenti trattati, i dispositivi retorici e il repertorio emozionale.

La comunicazione del Presidente Giuseppe Conte è stata caratterizzata da un repertorio emozionale ambivalente: da una parte, i temi della preparazione del sistema sanitario e dell’efficacia delle misure di contenimento sono stati affrontati con una strategia di mitigazione mirante a indurre fiducia e tranquillità. Dall’altra, il tema del supporto economico alle imprese e alle famiglie è molto più drammatizzato. Conte cerca di costruire una relazione di empatia con i cittadini, mostrando di comprendere e condividere le loro difficoltà e i loro sacrifici. È sempre al centro della scena per spiegare, nel modo più diretto e disintermediato possibile, le azioni intraprese e le modalità con cui si è arrivati alla decisione. La drammatizzazione di una relazione di empatia tra il governo e i cittadini è funzionale alle strategie di legittimazione per le politiche adottate; in questo modo, chiunque critichi il leader o le sue decisioni sembrerebbe dimostrare insensibilità nei confronti delle sofferenze patite dai cittadini.

Anche nella relazione con gli enti locali, le regioni e le forze di opposizione si predilige una sorta di mitigazione emotiva, volta ad attenuare il conflitto politico (secondo il meccanismo noto come “rally round the flag”): gli appelli all’unità nazionale, alla collaborazione, al dialogo e alla trasparenza sono usati, o per meglio dire esibiti, frequentemente. È nella relazione con i partner internazionali, soprattutto quelli europei, che la comunicazione di Conte acquisisce una maggiore drammaticità. I negoziati con l’Unione Europea e con i capi di Stato dei vari Paesi membri sono la vera sfida che l’Italia deve affrontare. Su questo tema abbiamo riscontrato una completa sovrapposizione simbolica tra il successo del leader nei negoziati e la salvezza dell’Italia: le qualità personali esibite dal leader (determinazione, orgoglio, capacità di visione) sono indicate come decisive.

Nel breve termine, la popolarità dell’ex premier ha beneficiato di questa strategia di comunicazione. Tuttavia, le conseguenze di medio-lungo termine che si possono intravvedere riguardano l’affermazione di un paradigma emozionale disgiunto dal contesto di crisi, che interessa non solo i leader politici, ma anche quelle strutture di ancoraggio che tengono salde le istituzioni democratiche. In particolare, all’interno delle tradizionali modalità utilizzate nella comunicazione politica per rafforzare l’accountability, l’uso di un registro emozionale sta assumendo sempre maggiore centralità, a scapito della trasparenza delle procedure decisionali. Questa tendenza, peraltro, si colloca in maniera coerente in una sfera pubblica fortemente polarizzata e frammentata.

COVID-19 in Italy: Performing Power and Emotions

Gli autori

Emilaina De Blasio è vice-direttrice del CMDI – Centre for Media and Democratic Innovation “Massimo Baldini” della Luiss, dove insegna Sociologia della comunicazione e Media, gender e politica.


Donatella Selva è Post-doc researcher presso il Center for Conflict and Participation Studies, Luiss


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