Le elezioni dello scorso 6 maggio nel Regno Unito si sono confermate un termometro utilissimo per leggere l’attuale fase politica nel Paese. I Conservatori, già al governo nazionale, escono rafforzati dalle urne. In Scozia, infatti, vediamo l’affermazione dei nazionalisti indipendentisti. Come interpretare questi risultati? Ecco un’analisi completa.
Il 6 maggio è stata una data significativa per la politica del Regno Unito. Nello stesso giorno si sono tenute le elezioni per il Parlamento scozzese, elezioni suppletive in un collegio chiave e simbolico, infine elezioni locali in decine di comuni e città. Di seguito, alcune delle variabili da osservare per una valutazione complessiva di questa tornata elettorale.
La questione irlandese, le spinte di automia della Scozia, i diritti sulle acque territoriali, sono molti i punti su cui Bruxelles e il Regno Unito di Boris Johnson devono accordarsi per scongiurare le tensioni di un eventuale no deal
La strada verso una conclusione positiva dell’accordo Brexit sembra davvero tutta in salita, eppure non è detta l’ultima parola sulle possibilità che Theresa May alla fine riesca a far approvare dalla Camera dei Comuni il deal già bocciato due volte. Ecco cinque buoni motivi per cui questo può accadere
In due giorni, due voti a Westminster e due certezze: Theresa May è ancora Primo Ministro; l’accordo da lei raggiunto con Bruxelles è inutile, a meno che non vengano introdotte delle modifiche. Tutti gli scenari adesso in campo, illustrati su LUISS Open dallo storico Domenico Maria Bruni