Durante la crisi derivante dalla pandemia da Covid-19 l’Italia ha fatto da apripista per gli altri Paesi occidentali, inaugurando nuove pratiche di governance e di comunicazione di crisi. Molti autori hanno sostenuto la necessità di sostituire (o affiancare) il concetto di opinione pubblica con quello di “emozione pubblica”.
La crisi del Covid-19 mette in tensione l’equilibrio tra sicurezza pubblica e diritto all’informazione. Dobbiamo per questo rafforzare gli interventi censori o si può mettere sotto controllo la disinformazione senza mettere a repentaglio la libertà dell’informazione? Ne discutono Michele Barbieri, Alessandro Natalini e Donatella Selva