Il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, negli scorsi giorni si è rivolto con inusitata durezza contro le piattaforme social e in generale quei new media che veicolano false informazioni sui vaccini anti Covid-19. Dai più alti livelli politici, dunque, torna a essere sollevata la questione di come gestire l’attuale fase di information disorder.
Pragmatismo e forte radicamento alla fattualità dei provvedimenti varati, sobrietà nell’uso dei codici autorappresentativi, capacità di sintesi tra diversi format comunicativi: sono alcuni degli elementi che caratterizzano la comunicazione del Presidente del Consiglio, Mario Draghi. Un’analisi di Francesco Giorgino.
Occorre agire contemporaneamente sia sul settore del pubblico impiego sia su quello del lavoro autonomo per tutelare commercianti, artigiani e liberi professionisti. Politiche pubbliche che pongono in contrapposizione questi due ambiti risulterebbero controproducenti. È necessario una visione integrate e di sistema. Non avrebbe senso muoversi sull’asse della contrapposizione tra “garantiti” e “non garantiti”. Accrescerebbero le possibilità di trasformare l’emergenza economica anche in emergenza sociale.
La comunicazione di Draghi, almeno fino a questo momento, è stata “sostanza” da uomo delle istituzioni, più che “storytelling” da celebrity. Non c’è creazione di un bisogno condiviso dietro la sua strategia di governo della sfera pubblica mediata. Non c’è nemmeno desiderio di trasformare la popolarità in consenso. C’è, piuttosto, la determinazione a non deludere le aspettative di tanti, anche se non di tutti.
Oggi 8 marzo è doveroso chiedersi cosa stia facendo l’Italia per la parità di genere. Stando ai dati non abbastanza. Ciò che serve è un approccio che sappia risolvere il problema della bassa occupazione femminile, della disparità di trattamento economico tra sessi, delle difficoltà a creare e gestire l’equilibrio famiglia-lavoro.
La comunicazione politica di tipo binario, in grado di restituire il senso della distinzione tra un “noi” e un “loro”, è stato la cifra della transizione dal vecchio rapporto media-politica a quello alimentato all’interno dell’ecosistema comunicativo digitale. Tuttavia si è inaugurata da poco la stagione delle larghe intese che cambia radicalmente questo tipo di logica e permette ai temi (più che alle figure politiche) di recuperare centralità.
Sono stati ospiti di Barbara D’Urso i leader di tutti i partiti e schieramenti, ma anche molti rappresentanti delle istituzioni. Ci sono andati durante le fasi preelettorali e durante il primo lockdown, mostrando di essere a loro agio con l’uso del “tu” anziché del “lei”. Nessuno ha mai sollevato alcun problema. Ora però il tweet di Zingaretti, in cui difende la nota conduttrice, ha scatenato il web. Perché? La causa va ricercata nel concetto di politainment.
La semiotica, in quanto scienza che studia i segni, può essere un supporto valido per indagare il modo di comunicare di Mario Draghi. Un’analisi accurata dei discorsi del neo premier.
Comunicare ciò che viene realizzato e non ciò che si intende realizzare: è questa la nuova linea comunicativa di Mario Draghi, un modello ispirato al pragmatismo e all’essenzialità. Cosa si nasconde dietro a questa metodologia operativa? Da un lato la volontà di accorciare la distanze tra “il dire e il fare”, dall’altro la necessità di non sovrapporre il piano istituzionale a quello politico.
Silenzi e manifestazioni di sobrietà: le modalità della scelta di Mario Draghi da parte del Presidente Mattarella indicano un cambio di rotta nella comunicazione politica del nostro Paese. Si tratta di un allontanamento rispetto all’effervescenza del dibattito pubblico per affermare il diritto alla riservatezza
Il messaggio di Bergoglio si rivolge al fenomeno della rete, ormai indistinguibile dalla sfera sociale. Da un lato richiama il concetto di “comunità”, dall’altro porta con se numerose insidie, come l’isolamento. La rete è una realtà su cui riflettere per le rischiose implicazioni di carattere etico, sociale, giuridico, politico, economico.
Possono i privati erigersi a giudiuci? Un approfondimento sulla scelta dei social media di oscurare i profili di Donald Trump.
Analisi dei simboli e degli elementi costitutivi del discorso del Presidente Mattarella a chiusura di un anno che tra angoscia e speranza ha segnato una svolta epocale per la storia del Paese.
Il policy brief di Francesco Giorgino sulla gestione della comunicazione, sia in ordine alle modalità con le quali è stata strutturata e gestita, sia in ordine alle distorsioni volontarie e involontarie registrate nel discorso pubblico.
“In queste giornate di distanziamento fisico interpersonale (ma non sociale!) il marketing si è fatto real-time e newsjacking, recependo e rielaborando contenuti provenienti dall’attualità. I brand hanno “agganciato” le notizie non solo per aumentare awareness, attitude ed equality e condizionare la purchase intention dei consumatori, ma anche per stazionare dentro il flusso”. L’analisi di Francesco Giorgino
L’analisi di Francesco Giorgino sulle conseguenze della pandemia sulla società moderna e globalizzata
L’era che stiamo vivendo è caratterizzata da cambiamenti radicali e repentini. L’approccio alla realtà è sempre più frenetico, multi e interdisciplinare. Seguendo questo principio il branding non si adatta più alle vecchie linee guida, ma risulta essere sempre più affine alla chiave dello storytelling. Francesco Giorgino e Marco Francesco Mazzù ragionano sulla nuova evoluzione del marketing.
L’evoluzione dei modelli di marketing e i cambiamenti ai quali la politica è stata costretta (da processi esterni come la rivoluzione digitale o interni come la mediatizzazione) hanno unito due concetti sulla carta tanto diversi, ma nella pratica sempre più vicini. Un estratto dell’ultimo libro di Francesco Giorgino “Alto Volume. Politica, comunicazione e marketing”. Dal 10 gennaio in libreria.
Nel complesso contesto politico di questi giorni, Francesco Giorgino fa chiarezza su alcuni concetti fondamentali: che cosa dobbiamo intendere per rinnovamento della politica? Che cosa significa la parola “populismo”?
La LUISS sollecita e promuove una riflessione pubblica sul tema dell’umanesimo digitale attraverso un format, ad uso prevalente dei pubblici delle proprie piattaforme social e di quelle dei propri stakeholder, denominato “Umanesimo Digitale – Dialoghi sulle Professioni del Futuro”. Ne parlano, in questo editoriale per LUISS Open, Francesco Giorgino e Andrea Prencipe
Francesco Giorgino analizza per LUISS Open il modo in cui i media (e in particolare la televisione) hanno affrontato il quarantennale del sequestro di Aldo Moro