In un saggio recente Jean-Paul Fitoussi ragiona su come la costruzione del consenso neoliberale sia passata attraverso l’utilizzo di un linguaggio che ha progressivamente semplificato l’analisi economica finendo per far credere a policy makers e opinione pubblica che non ci fosse alternativa a politiche in realtà controverse.
Il recente ottovolante del prezzo del bitcoin ha ravvivato il dibattito su criptomonete e valute digitali. Anche se molti pensano che si tratti di questioni che interessano solo speculatori e criminali del dark web, è in corso una ricomposizione del sistema dei pagamenti che avrà molte conseguenze.
La preparazione del Piano di ripresa e resilienza ha monopolizzato il dibattito degli scorsi mesi, al punto da diventare una sorta di alfa e omega della politica economica italiana ed europea del dopo Covid. Ora i piani nazionali (ognuno con le sue luci e ombre) sono stati presentati alla Commissione e saranno verosimilmente approvati; è importante che si inizi a riflettere sulle sfide dei prossimi anni e sugli strumenti da mettere in campo per farvi fronte.
I primi mesi di vita dell’amministrazione Biden hanno stupito per accelerazioni improvvise e per proposte radicali. Molti si sono accapigliati sulla dimensione dello stimolo, con i trilioni che volteggiavano nell’aria. Ma la radicalità della “Bidenomics” non sta tanto nella quantità, ma nella qualità delle misure di cui si discute.
Il premier italiano ha rilanciato la proposta degli eurobond. L’introduzione di un debito congiunto è sicuramente un vantaggio per il nostro paese, ma può esserlo anche per chi fino a oggi si è opposto. A iniziare dalla Germania.
Il piano di salvataggio dell’amministrazione Biden potrebbe segnare un cambiamento di paradigma. Oltre a quello di rilanciare la domanda, esso ha l’obiettivo dichiarato di iniziare a correggere le disuguaglianze che negli Stati Uniti sono arrivate oltre il livello di guardia. Il piano potrebbe avviare un riequilibrio della distribuzione del reddito verso i salari più modesti, penalizzando i redditi da capitale.
Di fronte ai ritardi nella fornitura dei vaccini (che le aziende non hanno interesse a ridurre) occorre che la mano pubblica intervenga nella produzione come si è impegnata nello sviluppo, inoltre i brevetti andrebbero sospesi temporaneamente, e la tecnologia di produzione resa disponibile a tutti i produttori in possesso delle necessarie competenze.
Nonostante la seconda bozza del Recovery Plan sia nel suo insieme un progetto più che accettabile, ci sono ancora degli aspetti problematici. Il punto di Francesco Saraceno.
“La seconda ondata della pandemia e la prossima campagna di vaccinazione hanno ribadito l’urgenza di misure a sostegno della sanità, richiedendo scelte coraggiose”. Si dovrebbe accettare il verdetto del “mercato”, rottamare il MES e mettere a disposizione dei paesi europei lo SURE pandemico? Il punto di Alessandro Mangia e Francesco Saraceno.
Dopo mesi di complessi negoziati tra il Consiglio e il Parlamento Europeo, sembrava che il 5 novembre si fosse finalmente trovato un accordo per sbloccare il bilancio europeo per il periodo 2021-2027 e il Fondo per la Ripresa. Il dossier si è tuttavia incagliato sul veto di Polonia e Ungheria, che hanno ritenuto inaccettabile la condizionalità legata allo Stato di diritto. Il veto evidenzia l’inadeguatezza del quadro normativo europeo proprio riguardo all’insieme di valori sui quali l’Unione è stata costruita. Come riuscire a superare l’ostacolo?
A Francesco Saraceno, membro del consiglio scientifico della Luiss School of European Political Economy e Direttore del Dipartimento di Ricerca dell’OFCE Sciences-Po di Parigi, abbiamo chiesto di commentare a caldo la proposta della Commissione europea per la costituzione di un Recovery Fund che aiuti l’economia del Vecchio Continente a risollevarsi dopo la pandemia da Coronavirus.
Mario Draghi, sul Financial Times, ha fornito un contributo interessante al dibattito sulle politiche di contrasto alla pandemia del Coronavirus. Cosa si può evincere dall’analisi del rimpianto ex presidente della Bce? Una riflessione di Francesco Saraceno per Open.
In Italia, alla vigilia della Legge di Stabilità che presto si inizierà a discutere in Parlamento, si torna a parlare della “tassa piatta”. Un modello su cui gli economisti si interrogano da anni. Faciliterà il contribuente o danneggerà i più poveri? Rilancerà la crescita o scasserà i conti pubblici? L’economista Francesco Saraceno avvia il dibattito su LUISS Open. Parteciperanno economisti ed esperti
Il prof. Saraceno ragiona sul ruolo della situazione economica nell’alimentare il boom dei partiti anti establishment, e sulle condizioni necessarie affinché un governo non metta in fuga i capitali dalla nostra Borsa e dal nostro debito pubblico. Un’anticipazione delle riflessioni che l’economista svolgerà oggi a Parigi alla Giornata di studi sulle elezioni italiane organizzata da Sciences Po e LUISS
Francesco Saraceno analizza le elezioni francesi all’indomani del voto. Quanta Europa ci sarà con Macron presidente?