Il tema della sicurezza delle forniture, soprattutto quelle digitali e ad elevato contenuto tecnologico, è di particolare attualità. Nei contratti relativi a forniture, sistemi e infrastrutture tecnologiche delicate, sono sempre scrupolosamente considerati i rischi per la sicurezza nazionale? Un’analisi sulla situazione attuale.
Pionieri dell’industria microelettronica, gli Stati Uniti stanno gradualmente perdendo il vantaggio competitivo di cui disponevano nella progettazione e produzione di semiconduttori, a dispetto del ruolo ancora rilevante in ricerca e sviluppo svolto dalle sue università e aziende. Se la capacità militare nei secoli precedenti era basata sui fucili a retrocarica, le navi da guerra o le bombe atomiche, nel 21° secolo potrebbe dipendere dall’uso dei sistemi tecnologici avanzati che alimentano le applicazioni dell’intelligenza artificiale.
Con singolare coincidenza il 1° marzo scorso sono stati presentati, negli Stati Uniti, il rapporto sull’intelligenza artificiale (IA) della Commissione per la Sicurezza Nazionale (NSCAI) e, in Italia, la relazione al Parlamento sulla politica dell’informazione per la sicurezza relativa all’anno 2020 ad opera del Comparto Intelligence. Al centro dell’attenzione di entrambi c’è la sicurezza nazionale e lo sforzo dispiegato per affrontarne le sfide più insidiose.
USA: è il 3 gennaio il termine per approvare “The China Task Force Act”. Nel mirino è il partito comunista cinese (PCC), che nel 2021 celebrerà i 100 anni di vita, ma più in generale il governo di un paese il cui poderoso sistema pubblico-privato, per le modalità in cui dispiega la propria azione a livello internazionale, è ormai considerato un pericolo.
Formazione del consenso L’ultimo numero di Lawfare, del 26 ottobre 2020, in collaborazione con l’Osservatorio Internet di Stanford, ospita alcune interessanti riflessioni di Laura Rosenberger e Lindsay Gormann (“Foreign Interference is a Strategy, Not …