Nel corso degli ultimi anni si è affermato il concetto di platform society ovvero società delle piattaforme. L’espressione, per quanto efficace, è tuttavia ambigua dal momento che il termine piattaforma ha diversi significati, non sempre fra loro convergenti. Questa pluralità di significati evidenzia come tale concetto – sebbene variamente declinato – sia diventato centrale nel dibattito sulla comunicazione e, più in generale, nel dibattito pubblico. Vediamo perché.
Quale sarà la linea del nuovo PD di Enrico Letta? Il neo segretario non è interessato a pescare voti dal bacino elettorale della destra, piuttosto sembrerebbe intenzionato a cercare il consenso tra coloro che si sentono senza rappresentanza. La sua missione sarà quella di ricreare la connessione sentimentale con l’elettorato italiano che un tempo caratterizzava la sinistra.
L’attuale fase post-democratica delle politiche neocapitaliste è strettamente connessa alla nuova interpretazione del concetto di sfera pubblica: un tempo luogo unitario di discorso sociale, oggi invece relegata alle piattaforme digitali dove gli algoritmi filtrano le informazioni e polarizzano le opinioni.
“Le immagini della (fin troppo facile) irruzione dei miliziani trumpiani nel tempio della democrazia americana restano nella memoria collettiva come una ferita non facilmente rimarginabile del tessuto democratico”. L’analisi di Michele Sorice.
Il popolo statunitense ha decretato la vittoria di Joe Biden e diversi referendum a livello statale o cittadino concomitanti alle elezioni presidenziali hanno dato spazio ad “un’agenda politica progressista”. È però innegabile che circa la metà dell’elettorato si identifica nei valori e nelle politiche di Donald Trump.
Per superare la crisi che stiamo vivendo è necessario fare lo sforzo di passare dalla passiva accettazione a una risposta capace di riscoprire il valore di transizione, nonché a ritrovare il significato di parole come solidarietà, umanesimo o cura.
Il secondo decennio del XXI secolo ha visto l’affermazione globale dei social media e della logica delle piattaforme, al punto che alcuni studiosi hanno parlato di nascita della platform society. Questo processo ha però messo in luce angoli bui: dalle forme di concentrazione e conglomerazione alla consapevolezza dell’incremento del controllo, dalla nascita di strumenti automatici (i bot) per la costruzione dell’agenda sociale fino alla presa di coscienza che – prima di essere “istruzioni informatiche” – gli algoritmi sono il frutto di scelte aziendali e politiche (e quindi non sono neutri). Il punto di Michele Sorice.