“Il nostro obiettivo è di avere, entro il 2026, il 75% della Pubblica Amministrazione che utilizzi cloud pubblici, ma di avere anche dati in sicurezza”. Lo ha detto di recente Vittorio Colao, ministro dell’Innovazione tecnologica e della Transizione digitale. I dati sono una risorsa strategica e vanno sfruttati al meglio.
Le conseguenze distruttive dei cyber-attacchi non sono più confinate alle frodi informatiche, ma possono investire la sicurezza fisica dei cittadini. Per questo la sfida della PA sarà quella di dotarsi di strumenti adeguati per fronteggiare tali rischi.
Un sito di incontri e un servizio online per la vendita di biglietti. Due casi studio in cui il furto di dati ha comportato grossi danni, tanto più ad utenti cittadini di paesi non democratici. Migliorare le capacità organizzative e la capacità di risposta della pubblica amministrazione è la chiave per creare infrastrutture affidabili per la gestione di dati
“Abbiamo visto che il mondo del cyber crime fa uso di piattaforme in cui i criminali si specializzano e offrono online un vasto insieme di beni e servizi attraverso canali di scambio anonimi. In questo modo diventano facilmente accessibili su larga scala dei servizi che consentono a chiunque di comporre e orchestrare gli elementi di un attacco cyber”. Il punto di Paolo Spagnoletti sul rischio cyber nella digital transformation
Venti top manager italiani responsabili della trasformazione digitale delle loro aziende, hanno preso parte al Digital Advisory Board (DAB), un’iniziativa promossa dalla Luiss Business School e da Cisco per approfondire l’impatto delle tecnologie digitali per le imprese e la società con particolare attenzione alle sfide per la loro messa in pratica. Il report del Prof. Paolo Spagnoletti per Open.