Virginia Raggi potrebbe essere rieletta sindaco di Roma. Per due motivi. Il primo è che il centro-destra non ha un candidato competitivo. La seconda condizione è interna al centro-sinistra. Al momento i candidati in campo sono due: Raggi e Calenda. Il Pd potrebbe decidere di appoggiare uno dei due, ma è improbabile. Quindi ci sarà anche un Mister X del Pd. Solo uno dei tre potrà andare al ballottaggio.
Nel panorama politico italiano i cambiamenti non finiscono mai. Il nostro è un sistema politico che non ha ancora trovato un suo punto di equilibrio dopo il terremoto generato dall’arrivo sulla scena del M5s. Ma è anche vero che non mancano elementi di continuità. Uno di questi è la distribuzione delle preferenze politiche a livello territoriale.
Ci vuole coraggio a riproporre in piena pandemia la questione della riforma elettorale. Enrico Letta lo ha fatto ben sapendo che il tema non è in cima alle priorità degli italiani, ma è anche consapevole che finché non si troverà il modo di stabilizzare i governi nazionali l’Italia non arresterà il declino. Non volendo cambiare la forma di governo o modificare la costituzione lo strumento da usare è il sistema elettorale.
La leadership del banchiere apre una nuova fase per i partiti italiani. Lega e M5s abbandonano posizioni sovraniste ed accettano proposte europeiste. Si prospetta un ritorno a quell’assetto bipolare della competizione elettorale che l’avvento del Movimento aveva interrotto.
Secono il sondaggio Sole 24 Ore-Winpoll un partito dell’ex Premier Giuseppe Conte modificherebbe radicalmente lo schieramento di centro-sinistra ridimensionando notevolmente PD e Movimento 5 Stelle.
Chi nel Pd e dintorni, nel bel mezzo della crisi di governo volesse continuare a sbandiera il grido “Conte o voto” è bene che ricordi una semplice realtà. Il centro-sinistra oggi è più diviso e frammentato del centro-destra.
Le pretese di Renzi accelerano il declino di un sistema politico in frantumi. Gli inconvenienti di una legge elettorale proporzionale non tardano a venire a galla ed accentuano le debolezze di un governo sorretto da una costellazione di partiti in cui spesso prevalgo gli interessi di parte.
I renziani tolgono la fiducia al governo Conte ma si astengono nel momento in cui il premier va in Parlamento a chiedere i voti. Se l’astensione alla Camera non è decisiva, quella al Senato invece cambierebbe le carte in tavola. Roberto D’Alimonte ci spiega perché anche se dovesse restare in sella il Conte 2 si reggerebbe su una maggioranza fragile e precaria.
Il peso della manovra di Renzi all’interno delle logiche di governo. Le elezioni anticipate sono l’esito meno probabile
Essenziale è il ruolo delle elezioni primarie per decretare fedeltà e movimenti centripeti all’interno del partito. Dopo l’elezione di Joe Biden si profilano scelte difficili per il Grand Old Party
Dopo la decisione del collegio elettorale dello scorso 14 dicembre resta un ultimo atto prima che Joe Biden sia proclamato ufficialmente presidente. Il 6 Gennaio la Camera dei rappresentanti e il Senato in una sessione congiunta dovranno ratificare il risultato dei cinquanta stati della federazione. Prima di Trump era un atto solenne ma formale. Il 6 gennaio potrebbe non esserlo.
“La banale verità è che il taglio dei parlamentari ha stabilizzato la legislatura. Questo è un Parlamento destinato a durare”. Il punto di Roberto D’Alimonte.
Dal Winpoll per il Sole 24 Ore emerge un atteggiamento mediamente positivo degli italiani verso l’Europa. Tuttavia le opinioni sono divergenti all’interno del territorio nazionale.
Luiss Open ha chiesto al politologo Roberto D’Alimonte di indicarci alcune delle più importanti variabili in gioco per capire chi stasera si aggiudicherà la Casa Bianca tra il Presidente uscente Trump e lo sfidante democratico Biden. Tra i temi da tenere sotto osservazione: gli Stati in bilico, il fattore affluenza e il ruolo dei giovani.
Le elezioni presidenziali USA sono un puzzle e allo stesso tempo una lotteria. Il punto di Roberto D’Alimonte
Che impatto sulla tenuta del governo può avere l’esito delle prossime elezioni regionali e del referendum costituzionale? Il punto di Roberto D’Alimonte.
“Per Emiliano è una corsa in salita. A differenza di altri governatori uscenti che si sono ricandidati, Zaia, De Luca, Toti, il Covid non sembra averlo avvantaggiato veramente”. Una previsione di Roberto D’Alimonte e Nicola Maggini sulle prossime elezioni regionali in Puglia.
Dopo decenni di dominio incontrastato del centrosinistra, in Toscana si profila una competizione aperta. Il motivo potrebbe essere rintracciato nel progressivo indebolimento delle organizzazioni sub-culturali e organizzative che ha modificato il distacco tra centrosinistra e centrodestra. Il punto di Roberto D’Alimonte e Lorenzo De Sio.
Dopo l’analisi del voto in Veneto, Roberto D’Alimonte torna ad analizzare tramite il sondaggio Winpoll-Cise la situazione che si prospetta in Campania. Il governatore uscente De Luca è trainato dal voto personale e, nonostante abbia perso consensi da luglio, resta 30 punti sopra Caldoro, mentre il distacco tra le liste è soltanto di otto punti.
Alle prossime elezioni regionali il governatore Luca Zaia potrebbe vincere in Veneto con il 76,8% grazie a consensi trasversali, la sua lista accreditata di 7 punti in più di quella del Carroccio rappresenterebbe una svolta per la futura Leadership della Lega. Numeri alla mano, l’analisi di Roberto D’Alimonte.
“Il progetto di riforma elettorale in discussione rappresenta la rottura con il modello italiano di governo e l’abbandono del tentativo di costruire una democrazia fondata su un equilibrio più efficiente tra rappresentatività e governabilità”. Roberto D’alimonte ci spiega perché il ritorno al proporzionale potrebbe essere un errore.
Gli Italiani non vogliono abbandonare l’Ue ma sono tutt’altro che euro-entusiasti: pensano che durante la pandemia Bruxelles non ci abbia aiutato abbastanza. E sull’equilibrio tra “riapertura dell’economia” e “tutela della salute” ora si dividono spesso tra garantiti e non. Il professore Roberto D’Alimonte, su Luiss Open, illustra i risultati di un sondaggio d’opinione CISE-Winpoll.
“Giuseppe Conte per sua stessa ammissione è un leader senza partito. Non esiste un caso simile in tutta Europa. Forse al mondo. E si badi bene non è un tecnico. Non si considera tale. E non è considerato tale”. Il punto di Roberto D’alimonte
“In queste ore un pò da tutte le parti viene evocato il nome di Draghi come leader del governo che dovrà affrontare la crisi economica. Ma che può fare Draghi da solo?” Il punto di Roberto D’Alimonte sui possibili scenari politici italiani nel post Coronavirus
Il politologo Roberto D’Alimonte illustra su Luiss Open i contenuti della proposta di riforma elettorale auspicata dalla maggioranza. Il ritorno al proporzionale, i rischi per stabilità e governabilità, i passaggi ancora da chiarire in Parlamento, i tanti “Ghino di Tacco” in agguato
Il sistema politico oscilla tra un ritrovato assetto tendenzialmente bipolare e sorprendenti tentazioni proporzionalistiche. Roberto D’Alimonte su Luiss Open ci spiega perché, analizzando ragionamenti e obiettivi dei principali attori in campo. Il Pd in vena di “regali”, il M5s con l’aspirazione di diventare “ago della bilancia”, gli “scissionisti” Renzi e Berlusconi, il Salvini in salsa maggioritaria
Il politologo Roberto D’Alimonte, numeri alla mano, illustra su Luiss Open quali sono le variabili che decideranno le elezioni presidenziali del 2020 negli Stati Uniti. Le possibilità dei Democratici e quelle del Presidente in carica. Ipotesi e previsioni, slide e numeri
All’indomani delle primarie, il professore Roberto D’Alimonte illustra su LUISS Open tutti i dati elaborati dal CISE che descrivono le nuove tendenze nell’arena politica italiana: lo spostamento degli elettori verso il Movimento 5 Stelle si è arrestato, è anzi cominciato un deflusso, e se ne avvantaggia anche il Pd
Nonostante tutta la bagarre sulla legge di bilancio e i molti passi falsi dei due partiti di governo, a sette mesi dalla nascita del governo Conte il sostegno a M5S e Lega è ancora tra il 55 e il 60%. Si tratta di un dato straordinario”, spiega Roberto D’Alimonte. I due partiti di governo “sono ancora visti come parte dei ‘noi’ contro i ‘loro’. E questo fa scattare un atteggiamento giustificatorio
Il direttore del CISE, Roberto D’Alimonte, commenta su LUISS Open alcuni recenti sondaggi su Renzi, l’idea di un suo movimento personale e il futuro del Pd. Ecco tutti gli scenari in campo.
Ecco come i consensi registrati dalle indagini demoscopiche nazionali si trasformerebbero in seggi in caso di elezioni oggi. Un’analisi del politologo e direttore del CISE Roberto D’Alimonte
La Lega di Matteo Salvini è definitivamente in un’altra fase storica. Non solo sul piano elettorale, con un incremento di consensi sorprendente, ma soprattutto nella storica apertura al Sud. Quali sono i segreti del successo di Salvini? Per Roberto D’Alimonte due su tutti: la costante presenza sui social e la capacità di trasportare il progetto Lega dalla Padania alla nazione.
Il rischio di una deriva elitaria, la forte concorrenza a sinistra dei Cinque Stelle e la distanza crescente dagli elettori sul tema immigrazione. Ecco cosa contribuisce a spiegare il pessimo stato di forma del Pd. Roberto D’Alimonte illustra su LUISS Open analisi e sondaggi esclusivi del CISE in materia
Il direttore del CISE, Roberto D’Alimonte, torna su LUISS Open per commentare il secondo turno delle elezioni amministrative italiane. Con i dati definitivi che consacrano la vittoria del centrodestra sul centrosinistra e una osservazione – flussi alla mano – sulla “trasversalità” come chiave per la vittoria
Il politologo della LUISS Roberto D’Alimonte, direttore del CISE, spiega su LUISS Open a quali numeri bisogna guardare per capire cosa è successo davvero domenica scorsa alle urne (con un occhio ai ballottaggi del 24 giugno)
In esclusiva per LUISS Open una video intervista a Roberto D’Alimonte sui recenti sviluppi della legge elettorale italiana