È del 5 maggio la sentenza-bomba della Corte costituzionale federale di Karlsruhe. È del 31 luglio la missiva del ministro delle Finanze tedesco, con la quale considera invece proporzionati gli acquisti di titoli di Stato da parte della Banca centrale …
Potrebbe essere un bene allentare la morsa iper-regolamentatrice, lasciare spazi alle singole realtà geografiche che formano l’Europa e concentrarsi su una politica estera impostata su una visione più globale? Il punto di Romano Ferrari Zumbini.
“Viviamo in un’epoca senza limiti, nella quale il senso di colpa del “vecchio uomo bianco” risolve ogni problema. La strada è facile. Diviene più impervia, quando si scandaglia con il necessario rigore le definizioni di razzismo e di anti-razzismo”. Romano Ferrari Zumbini ragiona sulla narrativa della colpa e sul senso di colpa collettivo.
Se il principio di identità e di non contraddizione aristotelica è stato il perno sui cui si sono costruiti oltre due millenni di storia dell’Occidente, oggi, l’era dei social media, sembra aver perso il senso del limite favorendo così la quantità piuttosto che la qualità. Sembra che chi cerca un equilibrio esprima un’arroganza intollerabile e si estranea dall’ordine naturale, divenendo nemico. Ma come può reggersi una società senza il senso del Tempo? Il pensiero di Romano Ferrari Zumbini.
Qual è il senso della legalità offerto all’immigrato? Quale l’asse portante delle regole della nostra società? Romano Ferrari Zumbini, dal mito di Antigone al caso Riace, riflette attraverso gli occhi della storia sulle grandi tematiche che l’Occidente si trova oggi ad affrontare.
Dal momento stesso della sua elezione Donald Trump ha dato l’impressione devastare le categorie tradizionali della politica da una parte e della comunicazione dall’altra. Nazionalista, politicamente scorretto eppure al fianco della classe operaia. Ma Trump è di destra o di sinistra? Una riflessione sulle moderne definizioni
Romano Ferrari Zumbini presenta alcune riflessioni sull’Unione Europea, sul suo stato attuale e su prospettive future. Tratto e riadattato da un più ampio articolo apparso sulla rivista «Il Mulino»