La contestazione americana, al fondo, rimase sempre spontanea e all’interno dell’alveo liberale. E ciò fu anche merito della strategia dei conservatori d’Oltreoceano che da una parte fronteggiarono gli eccessi radicaleggianti, dall’altra aprirono su maggiore democrazia e diritti civili. Un saggio di Antonio Donno
Dalle prime esternazioni di Habermas sui contestatori e sul rischio “fascismo di sinistra” alle opposizioni più meditate dei liberal conservatori come Nolte (che metteva in guardia dall’esasperazione ideologica) o come Luebbe (che rifiutava l’equiparazione tra “fascismo” e “capitalismo”)
Il 1968 svanisce ormai nella memoria contemporanea, perciò è davvero il momento di storicizzarlo. Anche facendo parlare i suoi avversari più lungimiranti, tra intellettuali come Del Noce e governi come quello gollista. Su LUISS Open, in esclusiva, gli appunti da un seminario della Fondazione Craxi