Il 6 maggio è stata una data significativa per la politica del Regno Unito. Nello stesso giorno si sono tenute le elezioni per il Parlamento scozzese, elezioni suppletive in un collegio chiave e simbolico, infine elezioni locali in decine di comuni e città. Di seguito, alcune delle variabili da osservare per una valutazione complessiva di questa tornata elettorale.
Sergio Fabbrini analizza il complesso divorzio tra Regno Unito e Europa (tutt’altro che concluso).
La questione irlandese, le spinte di automia della Scozia, i diritti sulle acque territoriali, sono molti i punti su cui Bruxelles e il Regno Unito di Boris Johnson devono accordarsi per scongiurare le tensioni di un eventuale no deal
Brexit: la Commissione europea “apre” alla procedura di infrazione per la violazione dell’Accordo di Recesso
“Con la creazione di un debito comune di 750 miliardi garantito dal bilancio europeo, il piano della von der Leyen rappresenta una svolta storica per l’Europa e un passo importante verso una maggiore integrazione fiscale e politica”. Il punto di Pietro Reichlin
Il 9 maggio ricorrevano i 70 anni dal giorno in cui l’allora Ministro degli esteri francese Robert Schuman, proponeva, con un discorso passato alla storia, la creazione di una Comunità europea del carbone e dell’acciaio, posando così la prima pietra di quell’edificio che oggi conosciamo come “Unione Europea”. Le sue parole tornano oggi più che mai attuali. Il punto di Paola Severino
La Brexit proietta una lunga ombra che influenzerà senza dubbio le generazioni future. Nel dibattito, le necessità della democrazia sono state invocate da entrambe le parti coinvolte. Ma quando si tratta degli interessi delle generazioni future, la democrazia è stata trovata all’altezza? Thomas Tozer, autore di “Un nuovo contatto intergenerazionale” (Intergenerational Foundation) ci guida attraverso alcune considerazioni.
La strada verso una conclusione positiva dell’accordo Brexit sembra davvero tutta in salita, eppure non è detta l’ultima parola sulle possibilità che Theresa May alla fine riesca a far approvare dalla Camera dei Comuni il deal già bocciato due volte. Ecco cinque buoni motivi per cui questo può accadere
“Democrazie arrugginite e classi dirigenti non all’altezza della rivoluzione digitale: sono questi i motivi dello scalpore con cui accogliamo il caso Facebook-Cambridge Analytica. Politica e informazione arrancano, e oggi Google e social in Italia raccolgono più pubblicità di tutti i concorrenti, siano essi giornali o tv”, spiega Cellini, manager e docente di Economia digitale
Le tendenze protezionistiche, gli esclusi dalla globalizzazione e il nuovo ruolo che le Autorità Antitrust possono giocare per evitare derive pericolose e anti sociali (tutelando l’innovazione)
Tutti i dati della Sace sugli effetti che il divorzio tra Regno Unito e Unione europea potrebbe avere sull’export italiano. Lo scenario amichevole e quello WTO. Da un seminario della School of Government
In tempi di sovranismo rampante, catalano e non solo, ci sono ragioni tecniche – oltre a quelle politiche ed economiche – che rendono l’Italexit sconsigliabile, anzi pericolosa. Un paper SEP curato da Franco Passacantando da rileggere
L’editoriale di Mattia Guidi, che esamina i principali protagonisti delle elezioni nel Regno Unito e traccia i possibili sviluppi futuri per il governo britannico
In occasione del sessantennale dei Trattati di Roma, Franco Bruni, Sergio Fabbrini e Marcello Messori propongono una possibile strategia per il rilancio del processo di integrazione europea ipotizzando un forte coinvolgimento dell’Italia