Durante la crisi derivante dalla pandemia da Covid-19 l’Italia ha fatto da apripista per gli altri Paesi occidentali, inaugurando nuove pratiche di governance e di comunicazione di crisi. Molti autori hanno sostenuto la necessità di sostituire (o affiancare) il concetto di opinione pubblica con quello di “emozione pubblica”.
Occorre agire contemporaneamente sia sul settore del pubblico impiego sia su quello del lavoro autonomo per tutelare commercianti, artigiani e liberi professionisti. Politiche pubbliche che pongono in contrapposizione questi due ambiti risulterebbero controproducenti. È necessario una visione integrate e di sistema. Non avrebbe senso muoversi sull’asse della contrapposizione tra “garantiti” e “non garantiti”. Accrescerebbero le possibilità di trasformare l’emergenza economica anche in emergenza sociale.
La comunicazione di Draghi, almeno fino a questo momento, è stata “sostanza” da uomo delle istituzioni, più che “storytelling” da celebrity. Non c’è creazione di un bisogno condiviso dietro la sua strategia di governo della sfera pubblica mediata. Non c’è nemmeno desiderio di trasformare la popolarità in consenso. C’è, piuttosto, la determinazione a non deludere le aspettative di tanti, anche se non di tutti.
La comunicazione politica di tipo binario, in grado di restituire il senso della distinzione tra un “noi” e un “loro”, è stato la cifra della transizione dal vecchio rapporto media-politica a quello alimentato all’interno dell’ecosistema comunicativo digitale. Tuttavia si è inaugurata da poco la stagione delle larghe intese che cambia radicalmente questo tipo di logica e permette ai temi (più che alle figure politiche) di recuperare centralità.
Comunicare ciò che viene realizzato e non ciò che si intende realizzare: è questa la nuova linea comunicativa di Mario Draghi, un modello ispirato al pragmatismo e all’essenzialità. Cosa si nasconde dietro a questa metodologia operativa? Da un lato la volontà di accorciare la distanze tra “il dire e il fare”, dall’altro la necessità di non sovrapporre il piano istituzionale a quello politico.
Silenzi e manifestazioni di sobrietà: le modalità della scelta di Mario Draghi da parte del Presidente Mattarella indicano un cambio di rotta nella comunicazione politica del nostro Paese. Si tratta di un allontanamento rispetto all’effervescenza del dibattito pubblico per affermare il diritto alla riservatezza
Il messaggio di Bergoglio si rivolge al fenomeno della rete, ormai indistinguibile dalla sfera sociale. Da un lato richiama il concetto di “comunità”, dall’altro porta con se numerose insidie, come l’isolamento. La rete è una realtà su cui riflettere per le rischiose implicazioni di carattere etico, sociale, giuridico, politico, economico.
L’emergenza ci ha costretto a mettere in atto in pochissimo tempo soluzioni innovative. È questa la grande eredità che la crisi in atto può lasciarci.
Il Master in Comunicazione e Marketing politico ed istituzionale della Luiss, diretto da Francesco Giorgino, Professor of Practice alla School of Government, ha come obiettivo l’alta formazione di soggetti che intendono essere impegnati o che sono già impegnati nei settori della comunicazione e del marketing di istituzioni politiche e sociali, di partiti, imprese e sindacati, di enti locali, ordini ed associazioni professionali, del mondo no profit e di molto altro ancora.
L’evoluzione dei modelli di marketing e i cambiamenti ai quali la politica è stata costretta (da processi esterni come la rivoluzione digitale o interni come la mediatizzazione) hanno unito due concetti sulla carta tanto diversi, ma nella pratica sempre più vicini. Un estratto dell’ultimo libro di Francesco Giorgino “Alto Volume. Politica, comunicazione e marketing”. Dal 10 gennaio in libreria.
Nel complesso contesto politico di questi giorni, Francesco Giorgino fa chiarezza su alcuni concetti fondamentali: che cosa dobbiamo intendere per rinnovamento della politica? Che cosa significa la parola “populismo”?
Dalle app ai software, i nuovi modi di produzione non cambiano soltanto il mercato del lavoro ma possono limitare la concorrenza e accrescere la disuguaglianza sociale. Passando per antitrust e norme sui diritti d’autore, ecco le nuove possibilità dell’intervento pubblico. L’analisi di Luigi Marengo
Nessuno avrebbe potuto immaginare un tale successo. Eppure, Jorge Mario Bergoglio, per tutti Papa Francesco, ha cambiato non solo l’immagine della Chiesa, ma anche le agende dei media di tutto il mondo.