La leadership del banchiere apre una nuova fase per i partiti italiani. Lega e M5s abbandonano posizioni sovraniste ed accettano proposte europeiste. Si prospetta un ritorno a quell’assetto bipolare della competizione elettorale che l’avvento del Movimento aveva interrotto.
Secono il sondaggio Sole 24 Ore-Winpoll un partito dell’ex Premier Giuseppe Conte modificherebbe radicalmente lo schieramento di centro-sinistra ridimensionando notevolmente PD e Movimento 5 Stelle.
Ancora una volta l’Italia si ritrova a combattere con il fantasma del governo tecnico. Libero da interessi e gestito da competenti, sulla carta sembra la soluzione a tutti i problemi, ma a guardar bene però presenta moltissimi tratti in comune con il populismo e, non a caso, produce effetti nefasti.
Chi nel Pd e dintorni, nel bel mezzo della crisi di governo volesse continuare a sbandiera il grido “Conte o voto” è bene che ricordi una semplice realtà. Il centro-sinistra oggi è più diviso e frammentato del centro-destra.
I renziani tolgono la fiducia al governo Conte ma si astengono nel momento in cui il premier va in Parlamento a chiedere i voti. Se l’astensione alla Camera non è decisiva, quella al Senato invece cambierebbe le carte in tavola. Roberto D’Alimonte ci spiega perché anche se dovesse restare in sella il Conte 2 si reggerebbe su una maggioranza fragile e precaria.
Gli Italiani non vogliono abbandonare l’Ue ma sono tutt’altro che euro-entusiasti: pensano che durante la pandemia Bruxelles non ci abbia aiutato abbastanza. E sull’equilibrio tra “riapertura dell’economia” e “tutela della salute” ora si dividono spesso tra garantiti e non. Il professore Roberto D’Alimonte, su Luiss Open, illustra i risultati di un sondaggio d’opinione CISE-Winpoll.
Non c’è soltanto la continuità con i precedenti governi italiani su dialogo con Putin e opposizione (ragionata) alle sanzioni anti Russia. Roma infatti oggi non disegna la ricerca di una sponda a Est per rafforzarsi nel confronto con l’Unione europea (senza mai mettere in discussione l’alleanza atlantica). L’analisi di Igor Pellicciari