Ambiente e capitale umano al centro di una ripresa basata su uno sviluppo sostenibile. Ma all’interno del quadro queste sono le prospettive di fatto delle nuove generazioni in Italia
Il prossimo 17-18 luglio si terrà una riunione del Consiglio europeo per decidere (se ci riuscirà) la direzione che l’Ue dovrà prendere per la ricostruzione post-pandemica. Quella decisione dovrà essere presa all’unanimità, ma gli stati hanno interessi e visioni nazionali divergenti. L’analisi di Sergio Fabbrini
Lo spread sui titoli del debito italiano è aumentato, ma è ancora gestibile con gli attuali livelli di crescita nominale. L’economista Daniel Gros illustra però, calcoli alla mano, la pericolosa spirale tra debito e interessi in cui rischia di scivolare il nostro Paese (anche per condizioni di mercato che non dipendono solo da lui). Ecco cosa dovrebbe fare un Governo responsabile
Dalle questioni identitarie aperte tra gli stati europei al debito e alle politiche di austerity, con un focus sulla situazione italiana. Un’intervista a tutto campo all’economista di Princeton Ashoka Mody, che nel definire l’Euro una grande tragedia, assegna all’Italia un ruolo di assoluta protagonista in negativo.
Un estratto dal libro di Tyler Cowen “La classe compiaciuta” come abbiamo perso la capacità di immaginare e accettare il cambiamento, a causa di un senso di soddisfazione per lo status quo, e con quali conseguenze
Il Quantitative easing di Draghi è stato decisivo per rompere il circolo vizioso tra banche in difficoltà e Stati deboli. Ma ora, dietro le politiche monetarie straordinarie, c’è un ciclo di sviluppo più solido del precedente. Vedi export e flussi di capitali
Le bacchettate della Commissione europea all’Italia non tengono conto di alcuni fattori: la robustezza dei nostri avanzi di bilancio, il generoso contributo alla casa europea e alcuni vantaggi che l’euro ha garantito al paese di riferimento del Vecchio continente, cioè la Germania. Ecco i fattori che Bruxelles dovrebbe considerare prima di spedire la prossima lettera
La Commissione Europea scrive alla LUISS School of European Political Economy per rispondere alla lettera aperta di un suo gruppo di economisti che avevano messo in guardia da alcune proposte franco-tedesche su unione bancaria, debito pubblico e stabilità finanziaria
Un gruppo di intellettuali tedeschi e francesi ha avanzato alcune proposte per far progredire l’Eurozona. Ma le loro idee – rispondono alcuni economisti LUISS – rischiano di aggravare i mali che intendono curare. Lo scambio di lettere aperte sul Monde e sulla Faz
Su Open la lettera firmata dai professori della School of European Political Economy in risposta agli economisti franco-tedeschi