Qual è il valore umanitario dell’innovazione tecnologica? Senza un quadro chiaro, abbastanza ampio, dello sviluppo umano nella storia è difficile rispondere a questa domanda. Fino a poco tempo fa mancava l’esperienza diretta del cambiamento, ma da un po’ di tempo siamo tutti attori protagonisti della partita.
Per provare a ricostruire la nuova identità digitale che concili naturale ed artificiale è fondamentale un taglio interdisciplinare dell’analisi: filosofia, antropologia, teologia, economia, ciascuna obbligata a ripensarsi, ridefinirsi in relazione alla tecnologia. Ecco un’analisi del volume “Etica digitale” a cura di Marta Bertolaso e Giovanni Lo Storto.
Nel corso degli ultimi anni si è affermato il concetto di platform society ovvero società delle piattaforme. L’espressione, per quanto efficace, è tuttavia ambigua dal momento che il termine piattaforma ha diversi significati, non sempre fra loro convergenti. Questa pluralità di significati evidenzia come tale concetto – sebbene variamente declinato – sia diventato centrale nel dibattito sulla comunicazione e, più in generale, nel dibattito pubblico. Vediamo perché.
Con l’avvento della digitalizzazione il mondo del lavoro ha davvero cambiato le sue regole? Il punto di Roberto Pessi sull’assenza di tutele e sulle nuove forme di sfruttamento che tuttavia rispondono a vecchie logiche purtroppo mai superate.
L’algoritmo è un procedimento che risolve un determinato problema attraverso un numero finito di passi elementari. Una sequenza di processi che sembrerebbe restare nel freddo territorio dei numeri, e che si esprime in un linguaggio informatico incomprensibile ai più. Alla parola algoritmo è associato un alone di mistero, ma per comprenderne la natura bisogna partire dalla sua storia. Un estratto del volume “Breve e universale storia degli algoritmi” di Luigi Laura, edito da Luiss University Press.
Dopo anni ricchi di incertezze, la formazione accademica ha l’occasione di essere inserita in un progetto più ampio e articolato. L’utilizzo massiccio dei sistemi digitali durante il lockdown rappresenta un’occasione da non perdere per il mondo universitario.
Per alcuni la didattica a distanza è una perdita assoluta, per altri, invece, è forse l’unico effetto positivo della pandemia. Ma le esperienze in presenza, come ad esempio uno spettacolo a teatro o una lezione universitaria, sono davvero sostituibili con quelle in remoto? L’analisi di Gianfranco Pellegrino sul pathos della giusta distanza.
“In piena coerenza con la vocazione profonda di un umanesimo digitale, l’intelligenza artificiale potrebbe sia potenziare l’apertura dell’ordinamento giuridico al nuovo, sia responsabilizzare il giudicante, offrendogli gli strumenti per esibire le ragioni della discontinuità rispetto all’orientamento dominante nello scenario offerto dall’ambiente digitale”. Il punto di Antonio Punzi
“Gli ecosistemi digitali sono nuove forme collaborative molto interessanti perché offrono agli attori che vi partecipano vantaggi che non possono essere acquisiti prendendo parte a configurazioni collaborative esistenti, per esempio supply chain o network”. L’intervista a Cristina Alaimo
In che cosa consiste, e su cosa si fonda, essenzialmente, il potere dei titani del web, i nuovi «signori» dell’era digitale? Un estratto del volume “La nuova civiltà digitale” di Gustavo Ghidini, Daniele Manca e Alessandro Massolo edito da Solferino
Il Master in Comunicazione e Marketing politico ed istituzionale della Luiss, diretto da Francesco Giorgino, Professor of Practice alla School of Government, ha come obiettivo l’alta formazione di soggetti che intendono essere impegnati o che sono già impegnati nei settori della comunicazione e del marketing di istituzioni politiche e sociali, di partiti, imprese e sindacati, di enti locali, ordini ed associazioni professionali, del mondo no profit e di molto altro ancora.
“Per quanto l’attenzione del governo degli Stati Uniti si concentri sull’intelligenza artificiale, il focus delle preoccupazioni americane – anche sul piano internazionale – alla competizione per la leadership tecnologica sembra essere il 5G. È questo il terreno sul quale l’America ha la sensazione di essere all’inseguimento di una Cina che brucia le tappe”. Ne parlano Francesca Balestrieri e Luca Balestrieri nel loro “Guerra digitale”, dal 29 agosto in tutte le librerie per Luiss University Press.
Nelle nostre città sempre più congestionate vige il presupposto che tutto ciò che appare leggero e flessibile rappresenti la migliore delle soluzioni possibili. Secondo Éric Sadin è arrivato però il momento di interrogarsi sugli effetti negativi dell’innovazione tecnologica, dalle minacce alla nostra vita privata alle condizioni stesse della nostra convivenza.
Venti top manager italiani responsabili della trasformazione digitale delle loro aziende, hanno preso parte al Digital Advisory Board (DAB), un’iniziativa promossa dalla Luiss Business School e da Cisco per approfondire l’impatto delle tecnologie digitali per le imprese e la società con particolare attenzione alle sfide per la loro messa in pratica. Il report del Prof. Paolo Spagnoletti per Open.
L’innovazione tecnologica e digitale genera cambiamenti profondi e a volte rivoluzionari. Un nuovo studio del centro di ricerca LUISS X.ITE diretto da Michele Costabile analizza gli scenari tecnologici e i comportamenti evolutivi in ambito legale, tracciando un’”agenda digitale” per il legaltech
L’uomo sarà davvero sostituito dalle macchine? Il nuovo Rapporto del Club di Roma si interroga sul futuro del mondo del lavoro e le facili illusioni economiche dell’era digitale. Ma la letteratura sul tema ha origini molto prima del nostro tempo.
La scorsa settimana la LUISS ha organizzato e ospitato il 5° Workshop sull’Innovazione nelle Infrastrutture dell’Informazione (III), dedicato alle infrastrutture digitali. LUISS Open ha intervistato Panos Constantinides, uno dei massimi esperti in materia.