Oggi in Spagna si vota per la Comunità Autonoma di Madrid, ovvero la regione iberica in cui si trova la capitale del Paese. Al centro del confronto tra i partiti c’è la strategia per gestire la pandemia da Covid-19 e la ripresa economica. Riusciranno i partiti maggiori – Partito Popolare e Partito Socialista – a riaffermare la loro preminenza nelle rispettive coalizioni? Ecco un’analisi della situazione attuale.
Il prossimo 26 settembre si terranno le elezioni federali in Germania. Si tratta di elezioni importanti perché ciò che avviene in quel Paese ha conseguenze inevitabili sugli altri Paesi e soprattutto sull’Unione europea. Ma sono importanti anche perché Angela Merkel ha deciso di non ricandidarsi al ruolo di cancelliera. Di qui, l’incertezza su come la nuova leadership intenderà esercitare il potere tedesco in Europa.
Virginia Raggi potrebbe essere rieletta sindaco di Roma. Per due motivi. Il primo è che il centro-destra non ha un candidato competitivo. La seconda condizione è interna al centro-sinistra. Al momento i candidati in campo sono due: Raggi e Calenda. Il Pd potrebbe decidere di appoggiare uno dei due, ma è improbabile. Quindi ci sarà anche un Mister X del Pd. Solo uno dei tre potrà andare al ballottaggio.
“La banale verità è che il taglio dei parlamentari ha stabilizzato la legislatura. Questo è un Parlamento destinato a durare”. Il punto di Roberto D’Alimonte.
La vittoria di Joe Biden ha riaperto la discussione europea sul futuro delle relazioni transatlantiche. Il dibattito americano e quello europeo hanno caratteristiche comuni, oltre ad influenzarsi reciprocamente. Sergio Fabbrini spiega perché.
Vittoria di Biden o sconfitta di Trump? Il punto di Leonardo Morlino sulle ragioni dei risultati alle presidenziali americane.
Nel discorso della vittoria, Biden ha pronunciato parole concilianti, di unità, e d’amore, costellate di allusioni bibliche, prima di concludere con un popolare inno cattolico, On Eagle’s Wings, ispirato dal Salmo 91. Inoltre, in campagna elettorale Biden non aveva trascurato affatto il fattore religioso. Un’indagine sul voto cattolico negli Stati Uniti, fino ad ora sottovalutato, ma che invece potrebbe essere stato decisivo.
Joe Biden sarà il prossimo Presidente degli Stati Uniti. La sua elezione, letta con le lenti dell’analista politico, non cancella una serie di problematiche che caratterizzano la realtà americana contemporanea. Il policy brief di Lorenzo Castellani.
“Per comprendere le conseguenze che la vittoria di Joe Biden alle elezioni presidenziali americane potrebbe avere sulla politica estera europea, è necessario prima di tutto delineare le caratteristiche qualificanti della presidenza del suo predecessore nell’arena internazionale e le loro implicazioni”. Il punto di Maria Giulia Amadio Vicerè
Joe Biden è il nuovo Presidente degli Stati Uniti, ma il nocciolo duro trumpiano, tradizionalista, territorializzato e anti-globalista non è stato convinto dal messaggio progressista di apertura e integrazione dei gruppi sociali e resta persuaso dalla retorica anti-establishment e nazionalista del presidente uscente. Il punto di Lorenzo Castellani e Giovanni Orsina.
Criticabili o meno le politiche perseguite dal presidente Trump non sono estranee al conservatorismo americano. Invece, ciò che è estraneo, è il suo modus operandi. L’analisi di Sergio Fabbrini.
Luiss Open ha chiesto al politologo Roberto D’Alimonte di indicarci alcune delle più importanti variabili in gioco per capire chi stasera si aggiudicherà la Casa Bianca tra il Presidente uscente Trump e lo sfidante democratico Biden. Tra i temi da tenere sotto osservazione: gli Stati in bilico, il fattore affluenza e il ruolo dei giovani.
Le elezioni presidenziali americane del 3 novembre saranno seguite dall’Europa con grande intersse. Basandosi su recenti dati di sondaggio originali, Davide Angelucci, Lorenzo De Sio, Morris P. Fiorina e Mark N. Franklin illustrano la sfida che attende Donald Trump nel suo tentativo di rielezione.
Le elezioni presidenziali USA sono un puzzle e allo stesso tempo una lotteria. Il punto di Roberto D’Alimonte
La politica di Donald Trump non ha fatto altro che alimentare il fuoco della polarizzazione sociale ed economica. Ecco perché l’eventuale conferma di Donald Trump il prossimo 3 novembre solleva molti interrogativi sia per gli USA che per il mondo intero.
Il divario tra dati e rappresentazione nei media. Un’indagine sulla composizione del voto alle ultime elezioni regionali e al referendum costituzionale.
Di nuovo un’elezione in cui i sondaggi si discostano significativamente dal risultato finale. Non tanto per il referendum, ma per le sfide regionali. E in modo politicamente rilevante per Toscana e Puglia, per cui i sondaggi prevedevano un serrato testa a testa, e che invece si sono chiuse con un netto successo dei candidati di centro-sinistra. Da dove viene questa differenza? Il punto di Lorenzo De Sio.
Che impatto sulla tenuta del governo può avere l’esito delle prossime elezioni regionali e del referendum costituzionale? Il punto di Roberto D’Alimonte.
“Per Emiliano è una corsa in salita. A differenza di altri governatori uscenti che si sono ricandidati, Zaia, De Luca, Toti, il Covid non sembra averlo avvantaggiato veramente”. Una previsione di Roberto D’Alimonte e Nicola Maggini sulle prossime elezioni regionali in Puglia.
I prossimi 20 e 21 settembre gli elettori di Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Campania, Puglia e Valle D’Aosta saranno chiamati a votare per il rinnovo della Presidenza e del Consiglio regionale. In un Policy Brief della School of Government, Lorenzo De Sio, professore di Scienza politica alla Luiss e direttore del CISE (Centro Italiano Studi Elettorali), svolge alcune considerazioni sui comportamenti di voto degli elettori italiani.
Dopo decenni di dominio incontrastato del centrosinistra, in Toscana si profila una competizione aperta. Il motivo potrebbe essere rintracciato nel progressivo indebolimento delle organizzazioni sub-culturali e organizzative che ha modificato il distacco tra centrosinistra e centrodestra. Il punto di Roberto D’Alimonte e Lorenzo De Sio.
L’esito delle elezioni che si terranno in America tra due mesi avrà conseguenze sul mondo intero per anni a venire. Il punto di Sergio Fabbrini.
Dopo l’analisi del voto in Veneto, Roberto D’Alimonte torna ad analizzare tramite il sondaggio Winpoll-Cise la situazione che si prospetta in Campania. Il governatore uscente De Luca è trainato dal voto personale e, nonostante abbia perso consensi da luglio, resta 30 punti sopra Caldoro, mentre il distacco tra le liste è soltanto di otto punti.
“Il progetto di riforma elettorale in discussione rappresenta la rottura con il modello italiano di governo e l’abbandono del tentativo di costruire una democrazia fondata su un equilibrio più efficiente tra rappresentatività e governabilità”. Roberto D’alimonte ci spiega perché il ritorno al proporzionale potrebbe essere un errore.
L’ inammissibilità del referendum chiesto dalla Lega e lo spettro delle elezioni anticipate scatenano la lotta tra maggioranza e opposizione sulla legge elettorale che dovrà disegnare il nuovo parlamento. Gabriele Bartoloni intervista il professor Nicola Lupo per fare luce su una delle materie su cui l’Italia non ha ancora trovato un punto di equilibrio
Il politologo Roberto D’Alimonte illustra su Luiss Open i contenuti della proposta di riforma elettorale auspicata dalla maggioranza. Il ritorno al proporzionale, i rischi per stabilità e governabilità, i passaggi ancora da chiarire in Parlamento, i tanti “Ghino di Tacco” in agguato
All’indomani delle primarie, il professore Roberto D’Alimonte illustra su LUISS Open tutti i dati elaborati dal CISE che descrivono le nuove tendenze nell’arena politica italiana: lo spostamento degli elettori verso il Movimento 5 Stelle si è arrestato, è anzi cominciato un deflusso, e se ne avvantaggia anche il Pd
Morris Fiorina, politologo dell’università di Stanford, sostiene che gli elettori statunitensi sono tutt’altro che polarizzati. A essere ideologizzato e diviso al suo interno è invece l’establishment politico-mediatico. Tutto ciò può favorire Trump nel 2020 e rendere vana la riscossa dei Democratici. Un’intervista con LUISS Open in occasione di un evento organizzato dal CISE. Di Marco Valerio Lo Prete
È online e in download gratuito il nuovo Dossier CISE dal titolo “Gli sfidanti al governo. Disincanto, nuovi conflitti e diverse strategie dietro il voto del 4 marzo 2018” (edito da LUISS University Press). Da dove viene il risultato del 4 marzo? Cosa hanno in comune gli elettori dei due vincitori? E perché i perdenti sono stati sconfitti così duramente? Il Dossier CISE risponde a queste e altre domande
Mancano ormai poche ore alle attesissime elezioni di midterm che potranno cambiare (e non poco) le carte in tavola per il futuro del governo Trump. L’esito appare imprevedibile come lo è “The Donald”, e il risultato potrebbe anche essere, ancora una volta e nonostante tutto, quello che nessuno si aspetta.
Il 28 ottobre si vota nella regione tedesca dell’Assia. I sondaggi per ora prospettano il risultato peggiore per i partiti maggiori che governano il Paese, CDU e SPD. Dalle elezioni anticipate al tramonto della cancelliera Angela Merkel, passando per l’ipotesi di una nuova coalizione a Berlino, lo storico Christian Blasberg esamina tutte le faglie di un possibile terremoto che scuoterà Germania ed Europa
Urne aperte in Baviera. I tedeschi (ma non solo) potrebbero improvvisamente scoprire che anche l’isola felice del benessere e della birra, tra il crollo delle vecchie certezze (CDU) e l’avanzamento populista (AfD), non è altro che un banale pezzo dell’attuale Europa
I cambiamenti prodotti dalla diffusione di internet e dalla rivoluzione digitale hanno riguardato anche la politica, che ha visto nascere nuovi e importanti attori proprio dalla rete. Il caso del M5S è emblematico di queste dinamiche e dimostra che anche i movimenti di protesta nati sul web, nel tempo, rientrano nell’alveo della politica tradizionale
Nonostante le pressioni esterne e interne Erdoğan vince le elezioni e conferma la sua leadership. Una prova di forza che consolida la posizione della Turchia tra i paesi “one-man-rule” come Cina e Russia e incorona il sovranismo islamico del suo leader.
Il direttore del CISE, Roberto D’Alimonte, torna su LUISS Open per commentare il secondo turno delle elezioni amministrative italiane. Con i dati definitivi che consacrano la vittoria del centrodestra sul centrosinistra e una osservazione – flussi alla mano – sulla “trasversalità” come chiave per la vittoria
Le prime elezioni dopo la svolta presidenzialista (e autoritaria), la strategia calcolata di Erdogan, il cauto ottimismo delle opposizioni, il ruolo di una Lady di ferro inattesa e laica, il fattore curdo. L’analisi di Federico Donelli per LUISS Open
I “Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio” contengono lezioni quanto mai attuali sull’ascesa e sul declino delle democrazie. Dall’Italia al Brasile, passando per gli Stati Uniti, occorre ristabilire un equilibrio tra esecutivo, rappresentanza e opinione pubblica. Le idee e i correttivi proposti da alcuni politologi e raccolti dal commentatore Nathan Gardels
Il politologo della LUISS Roberto D’Alimonte, direttore del CISE, spiega su LUISS Open a quali numeri bisogna guardare per capire cosa è successo davvero domenica scorsa alle urne (con un occhio ai ballottaggi del 24 giugno)
Princìpi logici e teoria economia alla mano, Andrea Lorenzo Capussela ricostruisce per LUISS Open la crisi che ha tenuto in scacco l’Italia e agitato i mercati mondiali per 48 ore. In quello che è accaduto (per davvero), ci sono utili lezioni per il futuro, tra politica balbettante, economia anemica e solite tentazioni tecnocratiche
La formazione del nuovo governo italiano rivela uno scontro di fondo tra Italia e Germania e tra due diverse visioni di Unione Europea. L’analisi di Alessandro Orsini mette al vaglio la tenuta dei patti tra nazioni, al mutamento delle condizioni storiche da cui sono sorti
Il (presunto) piano di riduzione fiscale di Lega e Movimento 5 Stelle dovrebbe preoccupare per I suoi effetti deleteri sulla disuguaglianza e sul benessere complessivo, prim’ancora che per I problemi (pur esistenti) di sostenibilità dei conti pubblici
Da giovane leader sulle macerie della vecchia Lega Nord a ministro dell’Interno del primo Governo a trazione anti establishment. L’ascesa di Salvini inizia il 7 dicembre 2013 ma è influenzata da almeno tre vicende di lungo termine: il fallimento delle élite post-1994, la delegittimazione (anche giudiziaria) di Berlusconi, i possenti flussi migratori. L’analisi di Giovanni Orsina
Il prossimo 23 marzo si apre la XVII legislatura repubblicana. Appunti di diritto parlamentare di Nicola Lupo per capire come il mix di regole (vecchie e nuove) sulle procedure d’Aula influenzerà i primi decisivi passi del Parlamento. Senza dimenticare il delicato rapporto del potere legislativo con l’opinione pubblica. Un saggio su federalismi.it
Il prof. Saraceno ragiona sul ruolo della situazione economica nell’alimentare il boom dei partiti anti establishment, e sulle condizioni necessarie affinché un governo non metta in fuga i capitali dalla nostra Borsa e dal nostro debito pubblico. Un’anticipazione delle riflessioni che l’economista svolgerà oggi a Parigi alla Giornata di studi sulle elezioni italiane organizzata da Sciences Po e LUISS
Lo storico Orsina ragiona con LUISS Open sul voto del 4 marzo: le elezioni “di transizione” e gli scenari a tinte fosche per Partito democratico e Forza Italia. Un’anticipazione dell’intervento che terrà oggi a Parigi alla Giornata di studi sulle elezioni italiane organizzata da Sciences Po e LUISS
Su LUISS Open, lo storico e sociologo francese Marc Lazar anticipa gli obiettivi della Giornata internazionale di studi sulle elezioni politiche italiane che si svolgerà domani all’Università di Sciences Po a Parigi, in collaborazione con la LUISS
Il voto del 4 marzo rappresenta uno spartiacque, con la massima affermazione di partiti anti-sistema nel panorama dell’Europa occidentale dal dopoguerra. Questo risultato è unico per almeno tre motivi. L’analisi dalla #cisedataroom
Ecco come stabilità e prevedibilità sono diventati gli atout inaspettati del leader del centrodestra, pur in contrasto con la necessità di cambiamento del Paese. A poche ore dal voto, Andrea Lorenzo Capussela chiosa le teorie di Giovanni Orsina e di altri intellettuali
La rinata frammentazione del panorama politico italiano e la crescita ventennale dell’euroscetticismo. In un saggio per l’Institut Montaigne, Marc Lazar spiega come tutto ciò influenzerà il rapporto di Roma con Bruxelles dopo il 4 marzo
Aspirazioni e contraddizioni dei 5 Stelle sui sindacati; giuste innovazioni e rischio “veduta corta” del Pd su tempo indeterminato e partite Iva; tatticismi elettorali e aspirazioni per un fisco più efficace nel centrodestra. Cosa salvare e cosa no delle idee sul lavoro in vista del 4 marzo
Il commento del demografo Golini su quoziente familiare, bonus per i nuovi nati, conciliazione di lavoro e famiglia, e poi gestione delle frontiere, espulsione dei clandestini, permessi di soggiorno temporanei e quella difficoltà diffusa a concepire una visione di lungo termine
Dai rischi del reddito di cittadinanza grillino all’enfasi positiva sulla decontribuzione per i nuovi assunti, dalla meritoria attenzione per i Centri per l’Impiego ai problemi di un nuovo Servizio civile obbligatorio. E un “nota bene” per tutti i lettori under 35 in ascolto: occhio al debito pubblico!
In vista delle elezioni, si è placata la tendenza dei partiti ad attribuire tutti i problemi alla moneta unica. Ma le proposte costruttive scarseggiano. Daniel Gros inaugura le analisi tematiche di LUISS Open sulle piattaforme programmatiche dei partiti. Per capire cosa accadrà dopo il 4 marzo
A pochi giorni dal voto e a fronte delle molte polemiche sorte durante la campagna elettorale, Giovanni Piccirilli esamina la questione della rinuncia alla candidatura e all’elezione, per saggiarne l’effettiva possibilità
Nel suo “Contro la democrazia” il filosofo statunitense Jason Brennan (Georgetown) propone di rimediare ai difetti dei regimi democratici con forme di epistocrazia, cioè attribuendo maggiore influenza politica ai più competenti. Sabino Cassese si chiede se, o in che misura, la proposta sia praticabile.
LUISS Open ieri ha incontrato Manuel Valls, primo ministro socialista francese dal 31 marzo 2014 al 6 dicembre 2016, oggi deputato con il gruppo “La République en marche” del Presidente della Repubblica Emmanuel Macron. Ecco alcune delle domande che gli abbiamo fatto in occasione del suo seminario organizzato dalla LUISS School of Government.
Nel finale della legislatura, Palazzo Madama ha riformato le regole che riguardano tra l’altro nascita dei gruppi parlamentari, computo degli astenuti, lavori delle Commissioni, disciplina della fiducia e ruolo dell’opposizione. Per il prof. Nicola Lupo si tratta di un coerente (ma parziale) séguito della nuova legge elettorale
Le elezioni politiche in Italia, la “sorprendente” tenuta di Forza Italia e la categoria internazionale del “populista plutocratico”. Una breve guida dello storico Giovanni Orsina – a partire dal caso italiano – per non consolarsi con spiegazioni parziali o ragionamenti identitari
L’Unione europea ha un problema di “responsiveness” democratica e di trasparenza, lo ammettono alcuni dei suoi stessi leader. Occuparsene è il modo più saggio e lungimirante per rispondere ad alcune ansie dei cittadini che – per credere nella democrazia – hanno bisogno di sentirsi sovrani. Un’analisi del prof. Lorenzo De Sio
Che relazione c’è tra le elezioni italiane del prossimo 4 marzo e l’accordo franco-tedesco che verrà celebrato il prossimo 22 gennaio in occasione del 55esimo anniversario del Trattato dell’Eliseo? Ce lo spiega il prof Sergio Fabbrini
Intervista esclusiva a Marc Lazar. All’indomani del voto in Sicilia, un’analisi sulle prossime elezioni politiche. Tra possibili alleanze da concepire e crisi d’identità da risolvere.
Sulle elezioni del 5 novembre nell’isola c’è una forte attenzione di politici e media nazionali. Ma la storica della LUISS Vera Capperucci spiega perché è improbabile che il voto regionale siciliano anticipi l’andamento delle prossime politiche
Il Centro Italiano Studi Elettorali (CISE) della LUISS ha organizzato per il 27 ottobre un workshop internazionale dove, sulla base di un’analisi dei risultati delle elezioni tenutesi nel 2017 in Olanda, Francia, Regno Unito, Germania e Austria, si discuteranno le nuove strategie di competizione di partiti e leader
L’editoriale per Open di Lorenzo De Sio, direttore del Centro Italiano di Studi Elettorali della LUISS, che presenta un’analisi dei nuovi orientamenti strategici di leader e partiti, in un orizzonte politico in grande cambiamento.
L’editoriale di Mattia Guidi, che esamina i principali protagonisti delle elezioni nel Regno Unito e traccia i possibili sviluppi futuri per il governo britannico
Francesco Saraceno analizza le elezioni francesi all’indomani del voto. Quanta Europa ci sarà con Macron presidente?