Facebook e la Sicurezza nazionale lavorano in modo simile e si scambiano una gran mole di informazioni. Le tendenze narcisistiche degli utenti alimentano il bisogno di avere un vasto gruppo di “amici” e una grande rete sociale. Questo offre un eccellente punto di osservazione della vita quotidiana dei chi è sospettato di attività fraudolente, ad esempio. Un estratto del volume “La cultura della sorveglienza” di David Lyon edito da Luiss University Press.
Un estratto del volume “Big Business” di Tyler Cowen (prossima pubblicazione Luiss University Press). L’autore, uno degli economisti più influenti al mondo, spiega perché l’ostilità nutrita per grandi aziende come Google e Facebook va ridimensionata.
“Gli ecosistemi digitali sono nuove forme collaborative molto interessanti perché offrono agli attori che vi partecipano vantaggi che non possono essere acquisiti prendendo parte a configurazioni collaborative esistenti, per esempio supply chain o network”. L’intervista a Cristina Alaimo
Ellen Pao ha rotto il silenzio sulle discriminazioni del mondo dei giganti dell’industria hi-tech verso tutti coloro che non sono maschi bianchi. Il suo libro “La guerra di Ellen. Una lotta per la parità e l’inclusione nella Silicon Valley” ha convinto tantissime donne a far sentire la loro voce.
I vaccini causano l’autismo? Scegliere di non vaccinare il proprio figlio è un diritto? La scienza ha delle risposte nette, ma sembra che nessuno abbia voglia di ascoltarle, nè di crederci. Il rapporto tra esperti e social è sempre più teso e il caso Burioni ne è un perfetto esempio.
Secondo Jaron Lanier, l’entusiasmo che circonda i social media è del tutto infondato. Lungi dall’essere un fenomeno positivo, i social media stanno creando danni alle nostre società, cui sarà difficile porre rimedio. L’unica soluzione? Cancellare subito i propri account
L’UE, grazie ai suoi nuovi standard in materia di privacy e alle proposte di maggiore tassazione per gli “spacciatori di dati”, ha assunto un ruolo di guida nella contestazione contro gli abusi di Facebook. Eppure c’è ancora molto che si può e si deve fare. L’editoriale di Jeffrey Sachs, autore di “America 2030” (LUISS University Press)
Perché l’uso di Twitter o Facebook è più frequente quando siamo in compagnia di tante persone? C’entra il tentativo psicologico di recuperare “controllo” su ciò che ci circonda. Michele Costabile e Matteo De Angelis hanno appena pubblicato uno studio sul Journal of Consumer Research in cui analizzano l’influenza della realtà fisica su quella virtuale.
“Democrazie arrugginite e classi dirigenti non all’altezza della rivoluzione digitale: sono questi i motivi dello scalpore con cui accogliamo il caso Facebook-Cambridge Analytica. Politica e informazione arrancano, e oggi Google e social in Italia raccolgono più pubblicità di tutti i concorrenti, siano essi giornali o tv”, spiega Cellini, manager e docente di Economia digitale
Le grandi piattaforme web cercano di costruire ecosistemi di beni e servizi che tagliano fuori i competitor, trasformandosi in monopoli. Se tuttavia vogliono restare competitive, devono aumentare la propria attività di estrazione, analisi e controllo dei dati – e per farlo devono investire in capitale fisso.