Il 21 febbraio ricorreva il centesimo anniversario della nascita di John Rawls, il più importante filosofo politico dai tempi di Hobbes. Il suo pensiero è riuscito a cambiare il modo di fare filosofia e ha avuto profonda influenza in economia, psicologia, diritto, sociologia.
Epidemiologi, medici, scienziati, comitati tecnici e task force di economisti e manager: dall’inizio della pandemia da Covid-19, in Italia come in molte democrazie occidentali, si è rifatta viva una tendenza tecnocratica spiegabile, perlomeno in alcuni casi, da motivazioni comprensibili. Tuttavia proprio un’analisi storica della “fascinazione tecnocratica” consiglierebbe una maggiore cautela nel percorrere presunte scorciatoie efficientiste.
L’umanità è sempre stata globalizzata, sin da quando gli uomini migrarono dall’Africa circa settantamila anni fa. Eppure, nel corso della storia, la globalizzazione ha mutato carattere. I cambiamenti sono spesso sopraggiuntiin modo brusco e violento. Ora invece, nel Ventunesimo secolo, dobbiamo cambiare in modo pacifico e assennato. L’estratto dell’ultima libro di Jeffrey Sachs, edito da Luiss University Press. In libreria dal 26 novembre.
Come cambierà il mondo dopo la pandemia? Un’analisi di Marco Magnani
Se nel XX secolo la circolazione di beni e di idee è stata la caratteristica centrale del processo di globalizzazione, oggi lo è l’estensione del dominio delle piattaforme operative connesse globalmente create per la gestione dei dati.
Che cosa ne sarà del processo di globalizzazione? Dobbiamo immaginare un rallentamento temporaneo o c’è da attendersi una definitiva inversione di tendenza?
Quali saranno le conseguenze della pandemia sull’assetto politico ed economico dell’Europa? Il punto di Sergio Fabbrini
Il mancato adeguamento dell’economia italiana alla sua stessa evoluzione e alla trasformazione del contesto internazionale spiega il declino italiano degli ultimi venticinque anni, durante i quali quattro shock, che con una diversa struttura dell’economia avrebbero potuto essere opportunità di crescita, finirono per ostacolarla. Un estratto dal libro “Declino. Una storia italiana” di Andrea Capussela.
Fondatore della rivista Global Policy e di Polity Press, politologo, sociologo e autore di successo, oltre che apprezzato membro della comunità Luiss. Sebastiano Maffettone ricorda David Held.
Dal momento stesso della sua elezione Donald Trump ha dato l’impressione devastare le categorie tradizionali della politica da una parte e della comunicazione dall’altra. Nazionalista, politicamente scorretto eppure al fianco della classe operaia. Ma Trump è di destra o di sinistra? Una riflessione sulle moderne definizioni
Stop alle diatribe ideologiche. Il Sud dell’Italia può tornare a crescere soltanto se riacciuffa il treno delle “catene globali del valore”. Per farlo occorre integrare politiche di innovazione (che favoriscano attività immateriali ad alta intensità di conoscenza) e politiche per l’internazionalizzazione. Uno studio del Laboratorio LUISS per il Mezzogiorno
La Cina di oggi è un paese enigmatico, all’apparenza simile a qualsiasi altro fiorente centro capitalista globale e al tempo stesso fedele ai dettami marxisti-leninisti. Il suo leader Xi Jinping, diviso tra aderenza alla linea e impulso modernizzatore, non fa differenza. Un libro di Kerry Brown prova a indagare le vere ragioni che muovono “l’amministratore del popolo”.
Sta tramontando l’epoca in cui i media anglo-americani, in virtù della loro professionalità incontrastata ma anche della loro forza politica, dominavano l’arena informativa globale. Con l’avanzata di globalizzazione e internet, anche media russi, arabi e cinesi offrono una loro narrativa alternativa (perfino rispetto ai dibattiti interni a Stati Uniti e Regno Unito). Una riflessione dell’economista Branko Milanovic
La globalizzazione ha scomposto socialismo e capitalismo attraverso le regole del mercato. Se però la Cina l’ha internalizzata, secondo i principi della dottrina marxista, gli Stati Uniti l’hanno esternalizzata, in nome del liberismo. Il mercato globale è lo scenario sul quale si confrontano, l’Unione Europea l’altro attore principale. Ecco i precari equilibri del sistema economico tra conflittualità e competitività, libera concorrenza e disuguaglianza.
La globalizzazione ci ha lasciato in dote un mondo interdipendente, dalle grandi disuguaglianze e dai difficili equilibri. Antonio Badini scruta l’orizzonte geopolitico internazionale, tra nuove democrazie mondiali in cerca di spazio e giganti del web in costante ed inarrestabile ascesa.