Il trattato di Lisbona, in materia di istituzionalizzazione della politica estera europea, si è posto come uno spartiacque. Infatti già i trattati precedenti avevano gettato le basi per una centralizzazione delle politiche estere degli stati membri, ma il trattato di Lisbona ha introdotto una serie di innovazioni che, secondo alcuni, avrebbero permesso all’UE di essere più coerente, e quindi efficace, nell’arena internazionale. Il punto di Maria Giulia Amadio Viceré e Giulia Tercovich.
Per affrontare la fase 2 è necessario favorire la ricerca di nuove conoscenze e non, come è stato invece fatto durante la fase 1, privilegiare le competenze legali su quelle tecnico-scientifiche. Giuliano Fonderico ragiona sull’attitudine degli apparati pubblici ad affrontare le questioni anzitutto con “norme”, a vietare e prescrivere piuttosto che ad agire. Limiti che paiono essersi trasmessi anche alle istituzioni scientifiche e di ricerca, che con maggiore dinamismo sarebbero forse riuscite a sopravanzare l’inerzia dei corpi burocratici.
Dalle partecipazioni statali alle privatizzazioni, dall’evoluzione internazionale e nazionale delle imprese alle scelte delle banche. Un intervento di Marcello Messori, Direttore della LUISS School of European Political Economy, sui successi e sui limiti di una stagione che ancora ci condiziona