“Il tratto principale del modello consiste nella capacità di tenere insieme culture, minoranze, ordinamenti tanto diversi tra loro, in modo da dar conto nei processi di rappresentanza delle diversità, senza disconoscere l’esistenza di ordinamenti e minoranze forti, territorialmente localizzate, e da cercare di incorporarle nei processi decisionali” L’intervista a Cristina Fasone sul modello canadese come possibile esempio per l’Europa
Era il 1941 quando Altiero Spinelli, nella piccola isola italiana di Ventotene, stava mettendo a punto un programma per l’unione politica dell’Europa dopo la sconfitta dei nazisti. L’euro sarebbe stata la premessa necessaria affinché gli Stati europei superassero i conflitti storici per diventare definitivamente un’Unione. Negli anni però la moneta unica ha perso sempre più credibilità fino ad arrivare ad essere percepita come l’unico grande problema del continente.
Senza la leadership americana sull’Occidente, in Europa si riapre la competizione per determinare chi comandi. Non è un caso che la crisi dell’europeismo si identifichi con una rinascita del sentimento anti-tedesco in tutta Europa. Qual è, realisticamente, lo spazio di manovra per l’Italia? L’intervento di Germano Dottori
L’idea di creare potere d’acquisto dal nulla stampando moneta affascina da sempre i neofiti dell’economia. Francesco Lippi, attraverso l’esposizione di come funzionano le tanto discusse “monete parallele”, evidenzia i motivi per cui giocare con la quantità di moneta equivale a manipolarne il prezzo, ma non il valore.
Il contributo culturale che Luigi Einaudi ha dato al progetto europeista viene spesso trascurato. Proprio in questo periodo di forti incertezze unitarie secondo Lorenzo Infantino è necessaria una rilettura delle pagine einaudiane per rielaborare i problemi del passato e comprendere come affrontare quelli di oggi.
Negli anni Trenta Friedrich von Hayek tenne delle lezioni a Ginevra contro il nazionalismo monetario. Nel corso degli anni l’economista austriaco ha concentrato più volte la sua attenzione su come sottrarre la moneta al dominio della politica. Nasce così ’idea della “denazionalizzazione della moneta”. In una breve intervista, Lorenzo Infantino chiarisce i pro e i contro della teoria.
In tempi di sovranismo rampante, catalano e non solo, ci sono ragioni tecniche – oltre a quelle politiche ed economiche – che rendono l’Italexit sconsigliabile, anzi pericolosa. Un paper SEP curato da Franco Passacantando da rileggere
Per rispondere alla domanda di economie flessibili, innovative e capaci di adattarsi ai mutamenti della tecnologia e alle sfide della globalizzazione, le chiavi sono due: investire in capitale umano e rilanciare il mercato interno