Al Recovery Plan targato Draghi va il merito di aver inserito, tra le riforme chiave per la ripresa del nostro paese, quella della Giustizia e quella della PA. Altre scelte fatte sono figlie della strategia delineata dall’Unione europea come la transizione ecologica e digitale, ma purtroppo risultano ancora vaghi i riferimenti alle priorità per giovani e donne. Si poteva fare di più? Ecco un’analisi per orientarsi.
La scadenza prevista per la consegna del Piano è prossima, ma il rischio di incorrere in un piano votato alla sicura inefficacia dovrebbe indurre il governo a “ripartire da zero” basando la rimodulazione anche sulle best practices degli altri paesi.
Nonostante la seconda bozza del Recovery Plan sia nel suo insieme un progetto più che accettabile, ci sono ancora degli aspetti problematici. Il punto di Francesco Saraceno.