L’essere umano utilizza il metodo scientifico per rendere concreto ciò che appare intangibile. Un reale progresso economico e sociale dipende dalla creazione di un linguaggio comune, necessario per risolvere annosi interrogativi.
Il secondo decennio del XXI secolo ha visto l’affermazione globale dei social media e della logica delle piattaforme, al punto che alcuni studiosi hanno parlato di nascita della platform society. Questo processo ha però messo in luce angoli bui: dalle forme di concentrazione e conglomerazione alla consapevolezza dell’incremento del controllo, dalla nascita di strumenti automatici (i bot) per la costruzione dell’agenda sociale fino alla presa di coscienza che – prima di essere “istruzioni informatiche” – gli algoritmi sono il frutto di scelte aziendali e politiche (e quindi non sono neutri). Il punto di Michele Sorice.
Oggigiorno ci troviamo a dover fronteggiare Grand Challenges, cioè pressanti problemi ambientali e sociali che impattano l’intera società. Vi è un grande fermento a livello globale per trovare e applicare strategie che possano risultare utili a tali Grand Challenges. Le risposte di Francesco Cappa e Luca Giustiniano a queste pressanti domande, soprattutto per quanto riguarda il ruolo che i cittadini (non specialisti) possono svolgere, se opportunamente stimolati, nella conduzione di ricerche scientifiche (citizen science) e nell’adozione di comportamenti virtuosi (attraverso il nudging).
In che modo la ricerca universitaria può svolgere un ruolo nel cambiamento sociale? Un’intervista al professor Peruffo che espone la reciproca dipendenza che hanno ricerca e società, includendo anche una riflessione sulle diversità di genere sul lavoro.
Francesco Cappa, con una ricerca a cavallo tra il management e l’ingegneria, studia l’evoluzione dei processi di Ricerca e Sviluppo nell’era dell’informazione digitale e dei consumatori consapevoli. Ci sono lezioni utili per progetti di ricerca pubblici e privati (specialmente per le aziende con un brand forte e riconoscibile)