Continua il dibattito sul rapporto culturale e politico tra Europa e Russia nato dall’articolo di Luciano Pellicani pubblicato su Open il 28 maggio. Sebbene la risposta di Serge Tseytlin voglia far luce più sulle vicinanze che sulle diferrenze ideologiche, Pellicani risponde che in realtà le une sono la diretta conseguenza delle altre.
L’identità culturale della Russia non è affatto distante da quella europea. Anzi, tutta la sua storia dimostra come il rapporto con l’Occidente è intrinsecamente e indissolubilmente molto forte, persino durante e dopo la Rivoluzione d’Ottobre. La risposta di Serge Tseytlin all’analisi “Viaggio alle origini della guerra culturale fra Russia ed Europa” di Luciano Pellicani.
Il modello bizantino fin dai tempi di Vladimir di Kiev, poi il ruolo della Chiesa greco-ortodossa, quindi l’avvicinarsi alla vittoria degli “erodiani” che desideravano l’occidentalizzazione della Russia e che furono bloccati dalla svolta bolscevica all’inizio del XX secolo. Il progetto di Lenin e Stalin come reazione “asiatica” all’eccessiva europeizzazione di Mosca, l’impatto sulla Guerra Fredda e le conseguenze per l’oggi, in un saggio di Luciano Pellicani
Dalla lotta operaia all’istituzione del Primo Maggio come Festa del lavoro. La storia della sinistra europea e dei suoi partiti è stata sempre intrecciata a quella del movimento operaio. Un estratto dal nuovo libro di Christian Blasberg, “Sinistra. Una storia di fantasmi”, da domani in libreria.
A duecento anni dalla nascita, Karl Marx è uno dei pensatori più influenti della storia. Ma proprio lo sviluppo del corso storico ha fatto sì che, una volta crollato il comunismo nelle sue manifestazioni concrete, il marxismo possa essere considerato sotto una luce nuova e diversa. Il punto di vista di Sebastiano Maffettone