Con singolare coincidenza il 1° marzo scorso sono stati presentati, negli Stati Uniti, il rapporto sull’intelligenza artificiale (IA) della Commissione per la Sicurezza Nazionale (NSCAI) e, in Italia, la relazione al Parlamento sulla politica dell’informazione per la sicurezza relativa all’anno 2020 ad opera del Comparto Intelligence. Al centro dell’attenzione di entrambi c’è la sicurezza nazionale e lo sforzo dispiegato per affrontarne le sfide più insidiose.
Il decennio che si è appena concluso ha registrato quasi ovunque l’ascesa del nazionalismo come conseguenza diretta di politiche pregresse fallimentari. Tuttavia tale risposta si è rivelata fallace perché è giunta a mettere in discussione le basi liberali delle democrazie di mercato. Il punto di Sergio Fabbrini.
L’analisi di Sergio Fabbrini sull’insurrezione politica a Washington D.C.
La risposta alla pandemia ha mostrato che sia gli Stati Uniti (America) che l’Unione europea (Europa) hanno difficoltà a prendere decisioni. Ecco perché.
Cosa possiamo imparare dalle elezioni americane? Da cosa è dipesa l’impeccabile resistenza delle istituzioni giudiziarie e politiche? La risposta a questa domanda interessa anche noi europei, e tra noi non solo gli ungheresi, i polacchi o i turchi. Il punto di Leonardo Morlino.
Donald Trump presidente in carica continua a disconoscere la vittoria di Joes Biden presidente eletto. L’accusa infondata di brogli ha assestato un duro colpo alla democrazia statunitense.
Luiss Open ha chiesto al politologo Roberto D’Alimonte di indicarci alcune delle più importanti variabili in gioco per capire chi stasera si aggiudicherà la Casa Bianca tra il Presidente uscente Trump e lo sfidante democratico Biden. Tra i temi da tenere sotto osservazione: gli Stati in bilico, il fattore affluenza e il ruolo dei giovani.
Le elezioni presidenziali USA sono un puzzle e allo stesso tempo una lotteria. Il punto di Roberto D’Alimonte
Ciò che avverrà in America avrà conseguenze inevitabili sul sistema internazionale. L’analisi di Sergio Fabbrini.
L’esito incerto delle elezioni presidenziali americane fa da cartina tornasole ad una situazione economica e sociale drammaticamente divergente rispetto al passato recente
Nel pieno della pandemia da Covid-19, a quali condizioni lo Stato potrà giocare un ruolo efficace nel rilancio dell’economia? Stati Uniti e Francia riesumano legislazioni speciali del Dopoguerra. Ci sono lezioni anche per il nostro Paese alle prese col Recovery Fund. Un paper della School of Government della Luiss.
Nella teoria la meritocrazia politica sembra una buona idea. Naturalmente se il sistema è concepito per scegliere governanti con competenze e virtù superiori. Chi preferirebbe essere governato da incompetenti e governanti corrotti? Ma le buone idee possono essere disastrose se vengono attuate in un mondo di persone imperfette. Un estratto del volume “Il modello Cina” di Daniel A. Bell.
Che cosa ci suggerisce il comportamento passato dell’America sull’ascesa della Cina? Quale atteggiamento dovremmo aspettarci dalla Cina a mano a mano che diventerà più potente? E quale reazione dovremmo attenderci da parte degli Stati Uniti e dei vicini del paese asiatico di fronte a una Cina così forte? Un estratto dal volume “La tragedia delle grandi potenze” di John J. Mearsheimer (Luiss University Press (2019).
Negare la crisi sanitaria e utilizzarla per screditare la Cina ha portato gli Stati Uniti a risultati catastrofici. Un’analisi di Carlo Bastasin.
Al momento ci sono ben poche ragioni per essere tranquilli sullo stato della democrazia e molte ragioni invece per preoccuparsi. La pandemia ci ha colpito nel momento più difficile per la democrazia dalla fine della Guerra Fredda, così i regimi autoritari o che vorrebbero esserlo non hanno perso tempo nello sfruttare la situazione per rafforzare e ampliare il proprio potere.
Morris Fiorina, politologo dell’università di Stanford, sostiene che gli elettori statunitensi sono tutt’altro che polarizzati. A essere ideologizzato e diviso al suo interno è invece l’establishment politico-mediatico. Tutto ciò può favorire Trump nel 2020 e rendere vana la riscossa dei Democratici. Un’intervista con LUISS Open in occasione di un evento organizzato dal CISE. Di Marco Valerio Lo Prete
La contestazione americana, al fondo, rimase sempre spontanea e all’interno dell’alveo liberale. E ciò fu anche merito della strategia dei conservatori d’Oltreoceano che da una parte fronteggiarono gli eccessi radicaleggianti, dall’altra aprirono su maggiore democrazia e diritti civili. Un saggio di Antonio Donno
Dopo lo storico incontro tra i rappresentanti delle due Coree gli equilibri mondiali sembrano essere a un punto di svolta. Il repentino processo di ‘normalizzazione’ della figura di Kim Jong-un, però, secondo Alessandro Orsini, meriterebbe una riflessione più attenta, a partire dalle fuorvianti interpretazioni dei media occidentali
Abbiamo incontrato alla LUISS l’economista Jeffrey Sachs, che in occasione del lancio del suo nuovo libro “America 2030. Sviluppo, sostenibilità e la nuova economia dopo Trump”, ha tracciato un bilancio dello stato di salute dell’economia degli Stati Uniti nel primo anno della presidenza Trump, tra misure su commercio, politica economica internazionale e idee per guardare con ottimismo il futuro.
Uno dei più noti economisti al mondo presenta in esclusiva su LUISS Open “America 2030”, il suo ultimo libro in uscita in italiano per LUISS University Press: “Trump sbaglia anche sul commercio internazionale. E’ vero, gli scambi danneggiano una parte della popolazione, ma i dazi aggravano la situazione di tutti. Ecco le possibili alternative”
La globalizzazione ha scomposto socialismo e capitalismo attraverso le regole del mercato. Se però la Cina l’ha internalizzata, secondo i principi della dottrina marxista, gli Stati Uniti l’hanno esternalizzata, in nome del liberismo. Il mercato globale è lo scenario sul quale si confrontano, l’Unione Europea l’altro attore principale. Ecco i precari equilibri del sistema economico tra conflittualità e competitività, libera concorrenza e disuguaglianza.