Ciò che è avvenuto martedì scorso ad Ankara ha poco a che fare con la Turchia e molto con l’Unione europea. Invece di denunciare l’antieuropeismo e l’antifemminismo del presidente turco (indiscutibili), sarebbe meglio capire perché l’Ue si è fatta di nuovo umiliare.
Non sappiamo se i progetti illustrati da Ursula von der Leyen nell’importante discorso sullo stato dell’Unione 2020 si potranno realizzare nella misura e con i contenuti preannunciati. Né sappiamo se gli auspici espressi qualche giorno dopo sul tema dell’immigrazione potranno essere condivisi da tutti i Paesi europei, così come l’accordo di Dublino impone di fare. Sappiamo però che si tratta di temi fondamentali per la stessa sopravvivenza dell’Europa. Il punto di Paola Severino